Figli dell’angelo nero
Meno di una settimana dopo la conclusione di “L’Affare Moreau”, nel capitolo conclusivo della trilogia, “Figli dell’Angelo Nero”, il detective Spada, di ritorno verso Roma dopo la soluzione di un semplice caso, riceve una telefonata del commissario Burma, che lo attira verso una nuova pericolosa situazione. In una scuola di viale Manzoni uno squilibrato ha preso bambini e insegnante come ostaggi, pretendendo di avere al più presto un colloquio con lui. Impegnato nel tentativo di salvare giovani vite, l’investigatore non potrà dare ascolto ad un’altrettanto urgente richiesta di aiuto da parte dell’ex moglie Melania. Le conseguenze saranno molto gravi, e Diego Spada inizierà così la più pericolosa e personale delle sue indagini. D’ora in poi avrà a che fare con una girandola di bizzarri personaggi: una vecchia cieca e rancorosa, la sua astiosa domestica piena di segreti, la non del tutto ingenua nipote, e i crudeli adepti di una setta satanica. Nella sua solitaria risalita da un abisso di affranto scoraggiamento, giungerà infine non solo a districare il bandolo dell’ingarbugliata matassa, ma persino a sciogliere quello dell’antico trauma della sua giovinezza.
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Terzo capitolo della trilogia dedicata al brillante investigatore privato Diego Spada, ritorna Giuliano Fontanella con un romanzo che sembra un thriller ad alta tensione, ma non perde lo stile del migliore hard boyled rispolverando i classici che hanno contraddistinto questo genere letterario, ricordando i vari Dashiell Hammett e Raymond Chandler.

Diego Spada sembra alla fine ricordare Sam Spade e Philiph Marlowe, perciò nei romanzi di Fontanella viene concentrata maggiormente l’attenzione sul personaggio principale, quel Diego Spada dai metodi spicci e poco ortodossi, circondato dalle donne e con un carattere ribelle.

Un personaggio che odia considerarsi il Callaghan della situazione, infatti nel romanzo sostiene con autorità di non sentirsi un eroe, un’affermazione che gli sta molto stretta e che non gradisce.

In una Roma caotica e affascinante Spada attraversa quei luoghi che sono il teatro della quotidianità, strade, bar, negozi e uffici. La capitale mi ricorda quella San Francisco del famoso telefilm “Le strade di San Francisco”, dei famosi Karl Malden e un giovanissimo Michael Douglas, anche se i protagonisti erano un tenente di polizia e il suo miglior agente.

Fontanella con uno stile di scrittura alquanto fluido ed efficace riesce a regalare un’ennesima avventura di Spada tutta da leggere e da scoprire, per un romanzo dove l’azione e i colpi di scena sono assicurati.

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