Fino a che punto si può arrivare per soldi? A cosa può spingere l’avidità? Questi gli interrogativi che emergono durante la lettura del romanzo.
Una donna viene trovata morta, in apparenza uccisa da un’unica coltellata. Chi era Nives Pacchiega? Cosa nascondeva? Chi frequentava?
Accompagnati dallo slogan “Rubatto docet” l’ispettore Rubatto e i suoi subalterni Stafano e Aceto si troveranno a dover risolvere un caso complicato che li porterà a confrontarsi anche con il mondo dell’edilizia.
La vicenda è ambientata a Torino e le descrizioni della città, delle piazze e delle strade sono minuziose e accurate.
Un giallo raccontato nell’arco di quattro giorni, con un’alternanza dei personaggi, nelle varie ore della giornata, che lo rende più coinvolgente.
La narrazione in terza persona permette la visione dei fatti dai vari punti di vista e trasforma le scene in una movimentata caccia al colpevole.
La scrittura ben delineata e i dialoghi realistici rendono la lettura divertente, anche soprattutto grazie ai comportamenti di Rubatto, costretto a casa per un leggero infortunio, che ci provocano continui sorrisi.