Dove il sole non sorge mai
Emanuela Sinistalqui, vivace quindicenne di nobili origini, dopo aver perso i genitori fugge dalla casa della nonna. Vuole raggiungere il suo ragazzo a Roma. Durante il viaggio, accetta un passaggio da tre sconosciuti, autori di una rapina. Il quartetto viene arrestato e la contessina, innocente, finisce in riformatorio. Inizia così una travolgente odissea alla ricerca della libertà perduta in un’Italia affascinante e sorprendente, dove il bene si confonde con il male, dove l’avidità e la generosità assumono le vesti più imprevedibili.
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Per cercare di spiegare le sensazioni che scaturiscono leggendo questo romanzo occorre utilizzare qualcosa che renda l’idea come il fumo o forse anche meglio, la nebbia. Attraverso una fitta coltre di nebbia infatti, le immagini appaiono indistinte, i contorni non spesso precisi o identificabili, le sfumature assenti. Man mano che si viene fuori però, le figure riacquistano le loro proprietà originali e tutto prende forma, i contorni si delineano, le sfumature arricchiscono e impreziosiscono. Forse il paragone regge o forse no. Poco importa. Spero solo susciti un po’ di curiosità, che vi spinga a entrare in libreria ed acquistare “Dove non sorge mai il sole”.

Edito originariamente nel 1975, pubblicato postumo, il romanzo di Scerbanenco offre una variegata gamma di sfaccettature di quanto possano essere cattivi i nostri simili all’interno dei loro ruoli senza motivazioni di fondo, semplicemente nel rispetto dell’abito che si porta. L’ambientazione del romanzo, offre la possibilità di vivere sensazioni amare all’interno di luoghi in cui nessuno vorrebbe trovarcisi e in cui i diritti non sono sempre rispettati, sebbene si parta dal presupposto di volerli insegnare.

E’ un noir duro, con tematiche forti, scritto a regola d’arte da un autore prolifico ma sempre pulito stilisticamente e che sapeva usare bene  la sua penna.

Votazione : 4/5

 

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