Dark Web
Vesna è un nome falso. Il nome scelto da Eva, 14 anni, per diventare una influencer da milioni di like. Doom Lad è il nickname di lui: significa “ragazzo del destino”. Ma lui non è ciò che dice di essere e il web è una ragnatela in cui cadono le ragazzine. Le loro immagini rubate viaggiano nel buio della rete. GiovanniBoccaccio è il nome d’arte di un ispettore infiltrato nel dark web che cerca di salvare minorenni intrappolate nella ragnatela. Eva non sospetta nulla di quello che c’è dietro i messaggi, le chat e le immagini che scambia con Doom Lad. Prima le foto, poi i video e infine un appuntamento in hotel. E lì si ritrova sola quasi sul baratro. Eva parla con un unico amico, compagno di scuola perseguitato dai bulli. Lui le vuole bene e vorrebbe proteggerla, ma è confuso e forse anche un po’ ingenuo. Intanto l’ispettore serra sempre di più le maglie intorno al giro losco della rete.
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È vero, Dark Web nasce come libro per ragazzi, ma non è solo un libro per ragazzi.

È, infatti, una storia ben strutturata, divertente e che fa riflettere. Anche gli adulti.

Un romanzo a cui si possono attribuire diversi piani di lettura.

C’è la storia gialla vera e propria, con tanto di colpevole da scoprire, che ha intrigato anche me (che ragazza non sono più da tempo) una vicenda densa di colpi di scena, con un plot articolato e una scrittura scorrevole e fluida.

C’è il racconto di un’amicizia, quella di Eva con Pio, che ci fa una grande tenerezza, per la tenacia e la freschezza che solo a quattordici anni si può avere.

C’è sicuramente un fine didattico (virtuoso) tenuto sottotraccia, poiché è dalla conoscenza dei meccanismi sotterranei e truffaldini del web che gli elementi più fragili, in questo caso i ragazzi, possono trarre qualche strumento per difendersi. E qui, Sara Magnoli, di meccanismi ne sviscera e ne smonta più d’uno!

Insomma, io l’ho letto con piacere e non vedevo l’ora di girare pagina per vedere come andava a finire. Cosa che “la dice lunga” sull’abilità dell’autrice nel costruire un plot credibile e accattivante.

Sono certa che questo testo, oltre a divertirli, raggiunga anche l’altro scopo: aiutare i ragazzi a non incappare nella rete “da pesca” (mi si perdoni il doppio senso) che finisce per accalappiarli come merluzzi, con conseguenze spesso deleterie. Last but not list… suggerirei l’adozione di Dark Web, come compendio, nelle scuole medie e nel primo ciclo delle superiori.

E… per chi, invece, più adulto, è già scafato nei confronti del network, lo consiglio in quanto ottima lettura venata di giallo!

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