Recensione a cura di Federico Bucarelli
Immerso nella Versilia fuori stagione (o da altri punti di vista, tra cui anche il mio, nella sua stagione migliore) il protagonista (che gestisce uno stabilimento balneare) vive costretto dalla valanga degli accadimenti a mettersi a nudo non solo con se stesso, ma anche in pubblico per soddisfare la sete di sangue degli spettatori a cui gli avvoltoi del gossip dei mass-media procurano le vittime sacrificali.
Per buona parte del racconto, pur trattando un tema doloroso , ma in un certo senso “normale”, si apprezzano lo stile piacevole della scrittura e le caratterizzazioni dei personaggi e della loro categoria di appartenenza, qualche felice battuta (annotate quella sulla durata della canzone dei Ramones), nonché le descrizioni della amata Versilia con il mutare delle stagioni e delle condizioni meteo.
A un certo punto la storia vira verso una situazione in certi termini grottesca, ma è allora che arriva il pugno nello stomaco. Si sale su un treno che viaggia su un binario che non arriverà mai ad un capolinea, ma che continua a viaggiare alla deriva. Mentre tutto sembra perso per Edo, una intuizione geniale (altra chicca del racconto) sembra dare al protagonista un’ancora di salvezza, ma ormai è troppo tardi.
Avvertenza:
leggete il libro in un momento di positività, oppure il gorgo vi potrà trascinare così in basso che non riuscirete più a venirne fuori.