Recensione a cura di Adriana Rezzonico
Con la pelle ascolto è un libro pacato, non fa rumore, accarezza.
L’autrice sceglie come protagoniste Elena e Alma.
Elena ama dare un nome alle cose, deve relegare tutto in una categoria e a trentanove anni desidera un figlio. Ama affidare le emozioni alla pelle e si è creata una linea di difesa difficile da oltrepassare.
Alma invece è una trentacinquenne che vorrebbe riempirsi solo di quelle nuvole che si accumulavano sulle montagne lontane quando, da piccola, andava in vacanza dai nonni. Adora fare incetta di orecchini.
La pelle in questo libro diventa il vero tramite che ci obbliga a percepire sensazioni. L’unico elemento che ci fa scorgere il nostro malessere ancora assopito, decisamente un grande alleato.
Le due sorelle sono sempre in netto contrasto, su due binari paralleli e mai nella stessa stazione. Sarà il fato, in un particolare frangente, a ricongiungerle. Esattamente come un grande orologio dovranno imparare – come le lancette – a stare separate, ma grazie al tempo sapranno ricongiungersi per creare insieme qualcosa che le accomuni. Impareranno a fondersi e avranno bisogno del passato per costruire il loro futuro.
Ognuno di noi potrà riconoscersi in questa storia, a tratti lenta, ma necessaria per riscoprire sentimenti assopiti e rancori da plasmare.
“Le parole rendono amanti solo se quando finiscono, cedono spazio ai gesti.”
“Can you show me where it hurts? Puoi farmi vedere dove ti fa male?”