Recensione a cura di Dario Brunetti
Commissario Boccadoro. Genova i crimini negati è il quarto romanzo della serie dedicata al commissario Boccadoro, un personaggio che si affianca al maresciallo Corradi come alto livello di gradimento per i lettori, due personaggi che portano la firma di un autore di grande mestiere come Armando D’amaro.
Nella sua Genova ambienta un noir storico di pregevole fattura così ben documentato e contestualizzato nell’epoca fascista.
Siamo nel 1941 e in una galleria che sbocca alla stazione Brignole viene trovato il cadavere di una prostituta.
E’ stato travolto da un treno e il macchinista non è riuscito ad evitare il corpo che giace sui binari, chi vuol fare in modo che la morte della prostituta sia dovuta a un fatale incidente e quindi archiviare il caso rimarrà deluso, infatti il Capomanipolo della Milizia Ferroviaria fa presente proprio al commissario che si tratta di ben altro.
E’ consuetudine a quei tempi cercare di mettere a tacere con una certa facilità avvenimenti delittuosi proprio per non fare scalpore, forse sarà un vizio che il paese ha ereditato e si porterà anche nel corso degli anni. Ma questa è una convinzione del tutto personale che ha trovato ahimè riscontro a quanto pare.
Ma quando le morti inizieranno a salire di numero, il commissario Boccadoro dovrà portare a termine un’indagine che vede un pericoloso serial killer uccidere giovani donne, sul treno si consumerà un altro delitto e occorrerà fermare al più presto la mano omicida.
Romanzo ambientato in un periodo storico molto particolare, l’Italia aveva subito un terribile bombardamento navale inglese fu denominata Operazione Grog ai danni del polo industriale e marittimo di Genova, siamo nel febbraio 1941 e nella città ligure si doveva disputare Genova- Juventus in un clima del tutto surreale.
Non ancora attuata la legge Merlin, le case chiuse saranno luogo di indagine e il commissario sembra aver individuato l’omicida in un pericoloso cliente abituale, ma quando si verrà a sapere di un secondo delitto avvenuto su un treno, come già anticipato prima, l’obbiettivo si focalizzerà in un’altra direzione.
L’assassino prende di mira donne sole quando meno se lo aspettano, le coglie di sorpresa uccidendole inesorabilmente e non dando loro via di scampo. La morte arriva così all’improvviso senza dare appuntamenti.
La maestria di un abile tessitore di trame come d’Amaro non la scopriamo certo con questo romanzo, anzi possiamo appurare e constatare le assolute qualità di un autore che nel corso degli anni ha dato prova contraddistinguendosi al meglio, lo fa ancora una volta, grazie ad un noir storico di indiscusso valore con una narrazione limpida e piena di dettagli, ne viene fuori una storia godibile e avvincente.
Si vivono i momenti, si respira la paura di quel periodo, in un paese sotto pressione, anche la famiglia di Boccadoro, la moglie Elena e i tre figli sono sempre in stato di allerta e preoccupazione e nonostante tutto stemperano gli animi inquieti del capofamiglia e si cerca la serenità anche dove magari è difficile trovarla, perchè nelle case degli italiani è stato così, nonostante il clima di terrore il tempo non si è mai fermato.
Buona lettura !