Trama
Amatrice. Agosto 2016. Dopo un viaggio più lungo del previsto a causa dell’esodo estivo, Emma si è finalmente lasciata alle spalle Torino e ha raggiunto nonna Vittoria per cercare conforto tra le sue braccia e sfuggire alla serie di eventi nefasti che si sono susseguiti, a breve distanza l’uno dall’altro, dopo l’incontro con una donna misteriosa sull’autobus numero 55. Ma per lei non è ancora giunto il momento di voltare pagina: mentre è alla disperata ricerca di risposte e di un po’ di serenità la terra trema, inghiottendola. Sommersa dalle macerie, lottando costantemente contro la morte, Emma trascorrerà tre lunghi giorni, ripercorrendo il proprio passato e in particolare gli incidenti dell’ultimo periodo, finché un “Angelo” la trarrà in salvo. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.
Voce di Roberto Roganti
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Recensione a cura di Vienna Rao
Se l’utilizzo dei mezzi pubblici per alcuni potrebbe significare rilassarsi ascoltando un po’ di buona musica, per Emma è un momento per dialogare con le colleghe, finché un giorno le cose prendono una strana piega: una senzatetto le rivolge la parola e quello che le dice si rivela provvidenziale, soprattutto per quanto le accadrà da quel momento in poi.
Ed è così che l’autrice ci fa riflettere sulla differenza tra coincidenza e sfortuna, fino ad arrivare al malocchio, soprattutto se pensiamo a quest’ultimo, non possiamo che provare angoscia, perché tutto ciò che non è razionale e che non riusciamo a controllare ci spaventa ed è interessante scoprire come Emma affronta una serie di eventi che la mettono a dura prova, anche prima del sisma di Amatrice. A un certo punto, sull’orlo della disperazione, dice “Tutto concentrato in poche settimane. Veramente troppo. Stavo per crollare. La zingara aveva maledettamente ragione”.
Vittoria aspetta il momento delle ferie della nipote Emma con trepidazione e non vede l’ora di prepararle i famosi spaghetti all’amatriciana, di cui la protagonista è ghiotta. Si tratta infatti di un’abitudine che rafforza ulteriormente il loro legame già di per sé solido. Anche Vittoria è rimasta fortemente provata dal terremoto e ritengo stimolante soffermarci su questo breve stralcio: “Eri dispersa. Anch’io ho urlato il tuo nome fino all’estenuazione. Ho pregato per ore che tua madre da lassù ti proteggesse, ho sfiancato i soccorritori affinché non smettessero di cercarti”. Lo smarrimento che si evince da queste parole smuove gli animi di noi lettori e ci permette di immaginare i terribili “attimi” che hanno trascorso le due donne, consentendoci di riflettere sia sull’implacabilità di forze più forti di noi, sia sulle possibili reazioni a eventi così prorompenti.
L’autrice ci presenta quindi Emma che, dall’inizio alla fine, si rivela una persona con dei forti valori, soprattutto per quanto concerne la sensibilità: l’ultima parte della narrazione è peculiare in quanto da un lato ci fa conoscere ancora meglio la protagonista, dall’altro affronta alcuni aspetti del post-sisma e non solo.
Talvolta capita di non comprendere le citazioni che alcuni scrittori scelgono, come antecedenti alla prefazione del loro libro. Invece, è su questo aspetto che vorrei soffermarmi, in questo caso. Anna Serra ci propone una canzone come epigrafe, più precisamente “La forza della vita” di Paolo Vallesi che è un filo conduttore nella storia, in particolar modo nella comprensione del titolo, che sarà chiaro con tutta la sua potenza, nell’ultima parte del romanzo. Riporto alcune parole rilevanti della canzone, che sintetizzano quanto vorrei far emergere:”(..) Quando toccherai il fondo con le dita a un tratto sentirai la forza della vita che ti trascinerà con sé, amore non lo sai vedrai una via d’uscita c’è “. Questa scelta permette di riflettere anche sul concetto di arte, nel senso più ampio del termine: che sia musica, pittura o scrittura, quel che conta è ciò che suscita in chi ascolta, vede l’opera o legge. Se un autore mette in relazione più arti, è allora che, in un certo senso, siamo vicini alla maestria.
Si tratta di un libro breve, che scorre veloce come un fiume in piena, soprattutto per il susseguirsi delle emozioni che ci smuove e che ci stupirà nel finale!
Dettagli
- Genere: Narrativa italiana
- Copertina flessibile: 132 pagine
- Editore: Les Flâneurs Edizioni (18 marzo 2019)
- Collana: Bohemien
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8894990737
- ISBN-13: 978-8894990737