Romanzo d’esordio per il giornalista inglese L.M. Chilton che affronta un tema davvero attuale, quello delle app di appuntamenti. Gwen, reduce da una rottura col fidanzato storico Noah, è alla ricerca di un nuovo amore, o meglio, è alla ricerca di un modo per dimenticare l’ex e la vita che si è lasciata alle spalle. L’amica di sempre e coinquilina Sarah sta per coronare il suo sogno d’amore sposandosi con Richard e Gwen cerca rifugio nell’app Connector, dove ha la possibilità di matchare con profili apparentemente intriganti per poi vedere naufragare tutte le sue speranze in incontri surreali. Ma per Gwen è ormai come una droga, ha sviluppato una dipendenza, la curiosità di vedere chi le invia messaggi è tale che anche durante l’addio al nubilato dell’amica non resiste a consultare il cellulare, suscitando reazioni di sdegno da parte di Sar.
Il tutto perde il suo fascino quando vengono trovati uccisi proprio quei ragazzi che avevano avuto un’incontro con la protagonista, non si parla neanche di storie, Gwen infatti, aveva bloccato i vari soggetti subito dopo il primo malaugurato incontro, mentre un certo Parker pare sappia molto di lei e la controlli. Chi si cela dietro questo account? La polizia locale apre un indagine sulla ragazza, sul funzionamento dell’app e su tutte le sue conoscenze. Il lettore ha così modo di gettare uno sguardo sul funzionamento degli algoritmi dei programmi da appuntamenti.
A mio avviso, le descrizioni delle serate sono piuttosto spassose, la curiosità del primo incontro, del come sarà, e poi l’immancabile delusione che quello che ci si era immaginati svanisce a contatto con la realtà. La girandola psicologica del “la prossima volta andrà meglio, quello giusto è qui nascosto, bisogna solo aver pazienza e ritentare, arriverà un profilo migliore”, ha in realtà un effetto positivo su Gwen, le spegne momentaneamente la vocina della solitudine e del fallimento interiore.
Il romanzo si legge piuttosto facilmente, in alcuni punti fa sorridere, mantenendo sempre un certo humor, in alcuni punti ho trovato l’intreccio un po’ macchinoso. Il suo punto di forza è invece un altro, descrivere come queste app siano appannaggio di incontri superficiali, carnali che non riescono poi a lenire quel senso di solitudine che contraddistingue la società moderna.