Venditti cantava “la matematica non sarà mai il mio mestiere”, nemmeno il mio, amo le parole e le storie che nascono dalla loro combinazione. Ho sempre rifuggito le materie scientifiche, pensavo che mai mi avrebbero suscitato curiosità, ma poi arriva Diego Pitea che scrive un romanzo fortissimo e ti avvisa che il suo libro ruota attorno a delle formule di matematica e fisica, passione condivisa anche con il suo protagonista. A fine lettura posso dire in tutta onestà che non ho mai amato così la matematica in vita mia!
Con Come agnelli in mezzo ai lupi torna Richard Dale psicologo inglese trapiantato a Roma con la passione per i casi da risolvere. Dale è un uomo difficile, la sua sindrome di Asperger lo rende a volte insopportabile e pedante, ma ha una mente arguta e un cuore infinito seppur con evidenti limiti empatici.
Lo abbiamo incontrato nel primo romanzo che lo vede protagonista “L’ultimo rintocco” alle prese con il caso dell’Escissore, in aiuto del commissario Marani a capo dell’inchiesta. Richard conosce a menadito la mente umana, è attratto dagli enigmi, dagli indovinelli. dalle matasse da sbrigliare, chi meglio di lui può interpretare i segni lasciati dall’assassino?
“La magia della mente. La magia nascosta dietro a elementi che agli altri possono sembrare inutili, senza importanza, o nelle incongruenze dei comportamenti. In parole povere, Psicologia”
A lui si rivolgerà Marani anche stavolta: uno spietato killer così abile nel non lasciare tracce lo ha sfidato, vuole che Dale lo trovi, forse che lo fermi. Nel caos degli indizi e nel panico generale, una sola certezza: non c’è tempo, a dettare le regole è lui, Nemesis, il misterioso personaggio che si diletta ad avvisare gli inquirenti delle prossime azioni criminali. Come? Un’immagine e poche righe, che la caccia abbia inizio. Ogni omicidio è legato a una regola o a un teorema e ogni vittima ha una sigla, iniziando con Alfa e la Teoria del caso.
Cinque omicidi da risolvere nel marasma del caos generato dall’ansia della soluzione, unito alla preoccupazione per la famiglia che lo vorrebbe fuori da una realtà così pericolosa. Ma Richard è questo, una volta che il meccanismo si è azionato nella sua mente, deve arrivare fino alla fine, anche a costo della propria incolumità.
Personaggi nuovi e volti noti in un romanzo magistrale nella scrittura, nell’impianto narrativo e nella costruzione della serialità. I colpi di scena giocano con le emozioni dei lettori in una gara suggestiva che ci porta a sentire la frustrazione, la paura correre lungo la spina dorsale, l’ansia di non riuscire a scappare.
Ecco, non solo come dicevo il romanzo è scritto benissimo da un punto di vista stilistico, ma il legame che si instaura con Dale e non di meno con le vittime è forte, è tattile quasi, ci trascina nella storia.
Si sente la mole di lavoro che c’è dietro una progettazione del genere, la preparazione dell’autore che sceglie di ambientarla in una città che non è la sua ma che ricalca con grande fedeltà. La preparazione culturale, lo studio e la ricerca dei testi, tutto concorre a fare di Come agnelli in mezzo ai lupi, uno dei migliori romanzi ad alta tensione mai letto.
Scrittori di valore come Diego Pitea non solo vanno letti ma consigliati, quando si incappa in una grande personaggio bisogna farlo sapere!