CITTA’ IN FIAMME – DON  WINSLOW
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CITTA’ IN FIAMME - DON  WINSLOW

TRAMA:

Due imperi criminali si spartiscono il controllo del New England. Finché una bellissima Elena di Troia dei giorni nostri non si mette in mezzo tra irlandesi e italiani, scatenando una guerra che li spingerà a uccidersi a vicenda, distruggerà un’alleanza e metterà a ferro e fuoco un’intera città. Se potesse scegliere, Danny Ryan vorrebbe una vita senza crimine e un posto al sole tutto per sé. Ma quando quel sanguinoso conflitto si inasprisce, mettendo i fratelli l’uno contro l’altro, la conta dei morti sale vertiginosamente e lui si ritrova costretto a mettere da parte i suoi desideri e a prendere una decisione che cambierà per sempre la sua esistenza: per salvare gli amici a cui è legato da sempre e la famiglia che ha giurato di proteggere assume il comando, diventa uno stratega spietato, l’eroe di un gioco insidioso in cui chi vince vive e chi perde muore. E forgerà una dinastia che dalle grigie strade di Providence arriverà fino agli studios di Hollywood e agli scintillanti casinò di Las Vegas.

“ Città in fiamme “ è un’Iliade moderna, contemporanea, il primo romanzo di una trilogia che abbraccia generazioni e al pari dei classici antichi esplora temi intramontabili come la lealtà, il tradimento, l’onore. Ed è l’ulteriore conferma del genio narrativo di Don Winslow, “uno dei più grandi narratori americani di sempre” (Stephen King).

RECENSIONE  a cura di Edoardo Todaro

Che dire? Semplicemente che Winslow dopo averci fatto leggere  bellissime pagine attraverso i suoi precedenti, tanto per citare “ il potere del cane”; “ Il cartello “; “ Corruzione “, con “ Città in fiamme “ non si smentisce e ci tiene incollati con un noir che non necessita di singoli colpevoli, di omicidi, ma ci mette a tu per tu con una società ai più sconosciuta e/o ritenuta leggenda da rotocalco, una società che è fatta non solo di crimine ma anche di sentimenti difficilmente ascrivibili a certi ambienti. Irlandesi ed Italiani, gli uni contro glia altri, anzi, prima gli uni con gli altri. Boss dei moli; lavori fittizi al porto; prestiti ad usura; gioco d’azzardo, oltre alle estati che sono un divertimento assoluto e gli inverni fatti di sofferenza e desolazione, la vita, se può essere definita tale, dei pescatori; un contesto che immette alla grande, la spartizione del territorio e di profitti ed interessi. Agli irlandesi i moli; agli italiani i camion. Ma è la strada il terreno comune dove crescono e si educano entrambi con l’alcol, le sigarette e l’amarezza che ti invecchiano anche se vecchio non lo sei. Ma non è solo la strada l’elemento unificante del reciproco vivere quotidiano, sono  i soldi, sempre ed unicamente i soldi che fanno precipitare le cose, anche quando queste stanno navigando tranquille. Fame di soldi con la sete di vendetta, nonostante sia un lusso costoso. Generazioni che hanno convissuto insieme senza alcun problema, vedono saltare equilibri raggiunti da generazioni.

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