Chiodo fisso è il terzo della serie che ha come protagonistra Gigi Bertè, personaggio ben caratterizzato e con la peculiarità di scrivere racconti. La struttura di questo romanzo si basa principalmente sulle riflessioni del vicequestore aggiunto e sulla propria storia personale che si intreccia con il caso in questione. Ne fa le spese il ritmo per una scelta più introspettiva a discapito dell’azione. Sul finire, l’Autore si discosta dalle regole del giallo classico di Van Dine, non rivelando al lettore quello che il protagonista sospetta, rimanendo un po’ sul vago per creare il colpo di scena. Piccoli espedienti, nulla di più, che lasciano un pochino con l’amaro in bocca. Buona la caratterizzazione dei personaggi in generale.
In buona sostanza è una lettura senza infamia e senza lode.
Una risposta
a quando il quarto romanzo della serie?
ciao