“È assurdo immaginare una regola per cosa si dovrebbe e per cosa non si dovrebbe leggere. Bisognerebbe leggere tutto. Più della metà della cultura moderna dipende da ciò che non si dovrebbe leggere.”
Inizio da questo splendido aforisma di Oscar Wilde per parlarvi di Bucolica, opera prima della giovane e sorprendente Germana Ferlito. Bucolica è una landa dove gli abitanti vivono la loro esistenza in armonia con sé stessi e con la natura. La protagonista è Lyrae, dolce fanciulla spinta dalla curiosità di scoprire il mondo che la circonda. Capirà ben presto che a Bucolica ognuno ha un proprio ruolo, il quale consente alla landa di trasformarsi in una città perfettamente armoniosa. Gli equilibristi camminano su un filo per garantire la stabilità, gli agricoltori curano amorevolmente la terra, l’architetto studia e crea passaggi per far scorrere l’acqua, i mimi, figure che ho apprezzato particolarmente, sono conoscitori di sé stessi e di ogni cosa;
- Sei un Mimo perché ti piace esserlo o perché mimare la sola cosa che sai fare?
- Voglio solo mostrare l’essenza degli alberi, dei fiori e di ogni altra cosa della quale riprendo la forma e l’aspetto. Agli occhi altrui voglio far vedere ciò che ognuno custodisce dentro.
E poi c’è il profeta, personaggio chiave di tutta la narrazione, sempre pronto a impartire saggi consigli a Lyrae;
Quel che sarà, lo sapremo vivendo. Mutamenti ne sono avvenuti e siamo noi che li abbiamo apportati. Altri ancora ne dovremo accettare con l’intelligenza racchiusa in ognuno, toccherò a noi mettere in atto ciò che abbiamo imparato.
Un giorno però, l’equilibrio della Landa viene stravolto dall’arrivo di Arturo, un fungo parlante, che metterà tutto in discussione, stravolgendo irrimediabilmente l’assetto felice di Bucolica. L’armonia, l’idillio e la felicità esistente verranno spazzate senza pietà, a causa di vizi fino allora sconosciuti, vizi che Arturo porta con sé dalla città in cui viveva.
Bucolica è un viaggio introspettivo, a volte onirico, che induce il lettore a riflettere su diversi temi. Il linguaggio è raffinato e allo stesso tempo scorrevole. Interessanti, poi, sono i vari riferimenti letterari e culturali, a partire dal titolo che si rifà alle Bucoliche di Virgilio, per proseguire con gli spunti di natura psicologica e filosofica. Un testo che rimanda a capolavori letterari come Il Piccolo Principe, o cinematografici del calibro de Il Pianeta Verde. Concludo ricollegandomi alla massima di Wilde: bisognerebbe leggere tutto. Pertanto ringrazio Germana per avermi permesso, attraverso la sua scrittura, di scoprire un genere, il fantastico, che prima di Bucolica conoscevo pochissimo. Complimenti.