Recensione a cura di Dario Brunetti
Bologna imperfetta uscito nel 2019 con la Damster edizionisegna l’esordio di Anna Patrizia Mongiardo, calabrese di nascita e bolognese di adozione.
Il romanzo vede protagonista Anita Ferraro, una ragazza che come tutte le mattine si reca all’Ospedale Bellaria di Bologna, prestando servizio nel reparto di radioterapia.
Una giornata alquanto normale si direbbe, se non fosse per il rinvenimento di un cadavere; si tratta di Eraldo Baldassarri, un anziano che si trovava nel parco vicino all’ospedale.
Chi è Eraldo Baldassarri? Cosa ci faceva in quel posto e cosa cercava? Chi ha potuto assassinare una persona anziana apparentemente innocua?
Quesiti a cui vanno date delle risposte e piuttosto in fretta, l’anziano è stato colto di sorpresa e colpito con forza alle spalle.
Incaricato delle indagini è il baffuto commissario Camillo Brunetti, molto simpatico ad Anita e a completare il trio dei personaggi di primaria importanza c’è Dario Parolini, un giornalista che lavora come stagista per il Resto del Carlino, occupandosi di cronaca nera.
Un romanzo che nonostante ci sia un delitto, non si prende troppo sul serio, grazie all’impronta ironica dell’autrice che esce dallo stereotipo del giallo sociale, dando alla storia quel tocco di semplicità e leggerezza.
Il lettore potrà apprezzare una trama godibile ricca di eventi che si susseguono, e con un finale spiazzante, in questo romanzo ci sono personaggi con qualcosa da raccontare e al tempo stesso da nascondere.
Una narrazione limpida e cristallina con un linguaggio stilisticamente perfetto ne consente la lettura a coloro i quali vogliono avvicinarsi a questo genere letterario, soprattutto i più giovani, penso che Bologna imperfetta sia il romanzo adatto.
Non ci sono richiami al genere classico, non c’è tensione e adrenalina eppure vi è un caso di omicidio servito su un piatto d’argento e poi ci sono le storie di personaggi che seppur di fantasia, possono appartenere a uno spaccato della nostra quotidianità e allora mi chiedo sia opportuno marcare i toni attraverso magari un ritmo serrato che dia nerbo alla storia? In questo romanzo non vi è l’impellente necessità, ma ha la grande capacità di riuscire a incuriosire e appassionare allo stesso modo attraverso il garbo e la delicatezza di saper raccontare fornendo i giusti ingredienti che una qualsiasi trama gialla richiederebbe.
La Mongiardo ha dato credibilità alla sua storia condita di mistero e con dei personaggi tutti da scoprire, li ritroveremo nel sequel del 2021 A Bologna danno l’acqua e personalmente non vedo l’ora di catapultarmi in questa nuova avventura.