Armida
Armida è la figlia di don Silvestro Cosentino, boss della camorra; fin da bambina è sempre stata consapevole del ruolo del padre ed è cresciuta nell’adorazione della sua figura protettiva, fino a diventare una giovane donna brillante e decisa, con due lauree conseguite presso università prestigiose e una spiccata attitudine per gli affari. Non c’è da stupirsi se a meno di trent’anni Armida affianca il genitore nella guida della “famiglia”, lo aiuta a farsi garante di una tregua tra i clan, facendone prosperare gli interessi. Fino a quando non si troverà obbligata a gestire, da sola, una vera e propria guerra tra bande.
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Nel 2023 è nata una nuova casa editrice, all’interno del gruppo Utterson, dedicata interamente al mondo del crime e del poliziesco: la Sette Chiavi, omaggio a La porta delle sette chiavi dello scrittore britannico Edgar Wallace, considerato uno dei grandi maestri del giallo.

Ero incuriosita da questa nuova realtà e confermo che le mie aspettative non sono state deluse.

La vicenda si svolge a Napoli, una città conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezza, ma nota anche per episodi tragici. Veniamo catapultati all’interno degli atti efferati della camorra, un’organizzazione criminale di connotazione mafiosa originaria proprio della Campania e ritenuta una delle più antiche e potenti in Italia.

Il boss Silvestro Cosentino è invischiato in un giro di contraffazioni, cioè nell’imitazione di un prodotto mediante la replica dell’originale senza autorizzazione, con marchi e loghi simili agli autentici e, molte volte, realizzati con materiali scadenti o tossici.

Armida è la sua unica figlia e, come tale, designata a prendere il posto del padre. Già a vent’anni la ragazza si rivela determinata, capace di affiancare l’adorato genitore nella sua attività.

Armida dolce, Armida spietata, Armida vendicativa. Sono solo alcune delle facce di un personaggio che viene raccontato in modo superbo. Una crescita e un’evoluzione che lasciano stupiti. Tutta la trama è incentrata sulla donna: una persona con mille sfaccettature, sicura di sé, risoluta. Da bambina ingenua, ma non stupida, a ragazza dapprima sottomessa si trasforma poi in una donna indipendente, che non sopporta di essere sconfitta.

Uno schiaffo: quanto male può fare? Ma non è il dolore fisico a provocare la sofferenza, è soprattutto l’onta di rendersi conto di essere ancora un sottoposto. È l’amarezza di capire che non si è il numero uno, che c’è qualcuno che è ancora più in alto e che solo a quella persona è permessa l’ultima parola.

Una piena immersione nel mondo del crime. La camorra con i suoi clan e la loro sete di potere. La voglia di predominio dell’uno sull’altro per accrescere l’influenza sul territorio e la loro forza economica. Una spietatezza vissuta dall’interno. E, al centro, lei, una ragazza che ha avuto un ottimo maestro e sa come affrontare gli imprevisti e le delusioni.

Armida si racconta, lascia trapelare l’affetto che la lega a quel genitore così importante, un uomo da mettere su un piedistallo, da ammirare e da imitare. La figura patriarcale viene innalzata a idolo per poi precipitare nel fango. L’autore ci mostra la protagonista bambina, per mano con il papà, fiduciosa e fiera. E con il passare degli anni l’ammirazione aumenta e non importa se Silvestro si occupa di traffici illeciti: è suo padre, un uomo che riesce a conquistare il cuore e l’affetto di Armida bambina e poi di lei ragazza.

Il lettore si ritrova a vivere emozioni contrastanti: dall’amore e dalla tenerezza all’odio e alla violenza. La trama è confezionata ad arte e le pagine sono una continua altalena di sensazioni sempre diverse che accompagnano verso un finale inatteso.

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