Trama
Una storia d’amore sullo sfondo di una malinconica Venezia. L’ultimo incontro tra un uomo a cui restano soltanto pochi giorni di vita e la donna della sua vita. I due sono legalmente sposati, ma non si vedono da otto anni, da quando lei ha preso il figlioletto Giorgio e se n’è andata. Ora lui l’ha fatta venire nella città dove entrambi sono nati e dove è nato anche il loro legame.
Anonimo veneziano nasce quasi per caso da un suggerimento di Enrico Maria Salerno, che da un proprio soggetto voleva trarre il suo primo film, conquistò l’entusiasmo di Giuseppe Berto che si impegnò a scriverne i dialoghi durante un lungo soggiorno a Cortina d’Ampezzo, poi convinto a lavorarci su per mesi e anni, fino a trasformarli in un fortunato testo teatrale prima e poi in uno straordinario romanzo breve che conquistò i suoi lettori.
Recensione a cura di Stefania Ghelfi Tani
Anonimo Veneziano è una musica (deve il suo titolo all’Adagio del Concerto per Oboe in re minore di Alessandro Marcello), è una sceneggiatura in due atti, un film, un’opera teatrale e solo in seguito è divenuto un romanzo.
Una donna delusa, una madre, una nuova famiglia, un passato. Un uomo in attesa, musicista eccellente ma tormentato e con un segreto. Nessuno dei due ha mai dimenticato. Una giornata insieme in una città magica, nebbiosa, decadente, affascinante e ferita come i protagonisti. Un lascito dopo la morte: l’immortale musica.
«Posso dire – spiegò Giuseppe Berto – che in vita mia non avevo mai lavorato tanto per scrivere così poco, né mi ero mai così abbandonato al tormentoso piacere di permettere ai pensieri di cercarsi a lungo le parole più appropriate».
Niente di più vero, questo breve romanzo è un esercizio di stile. La ricerca dei termini, dei tempi, delle descrizioni sensoriali fa della storia di un giorno, di una lei e di un lui senza nome, un profondo dramma d’amore che fa riflettere più e più volte. Le parole dell’autore, scelte con accuratezza, penetrano il lettore. Il linguaggio è semplice e intimo ma riesce a permeare il profondo.
È un romanzo che si vede e si ascolta. Si cammina tra le calli di Venezia vedendo il grigio della nebbia e sentendo l’umidità nelle ossa, nel cuore e tra i muri di un nido che suona e parla. Un dialogo scarno che urla nei silenzi ed evita infinite parole che già si conoscono e si percepiscono. Si litiga, ci si guarda, ci si commuove, si ama, ci si perde e ci si ritrova insieme ai due protagonisti. Ogni sfumatura ci racconta del loro amore, del loro dolore, del loro rancore e pervade ogni cellula con la speranza/augurio di continuare a vivere sempre, anche “dopo” nelle note, in lei, in un figlio.
Una storia che si intreccia su uno spartito dove la trama, l’ambientazione, i personaggi, i dialoghi, le pause, le note concorrono a realizzare un concerto di vita e di assenza. Una narrazione che si presenta come un distillato di intensità, struggente e dilaniante.
L’amore spesso non basta… ma rimane.
Dettagli
- Genere: Narrativa contemporanea
- Copertina flessibile: 109 pagine
- Editore: Neri Pozza (22 marzo 2018)
- Collana: Bloom
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 885451425X
- ISBN-13: 978-8854514256