Animali nel buio
Peter Lindgren e la criminologa Hanne Lagerlind-Schön vivono ormai alla luce del sole la loro storia d’amore, nonostante la malattia che si mangia uno alla volta i ricordi della donna. Un cold case li vede di nuovo lavorare insieme, come quando è nata la loro relazione. Otto anni prima, un gruppo di adolescenti si è imbattuto nel cadavere di una bambina mai identificata. Da allora la gente di Ormberg, un paesino sperduto nel nulla, cerca di lasciarsi ciò che è successo alle spalle. Come Malin, la poliziotta che affianca Peter e Hanne nelle indagini. È stata lei, al tempo, a rinvenire quello che restava del corpo. Ormai ha cambiato vita, ma a quanto pare il passato non ha nessuna intenzione di lasciarla in pace. E quando Peter scompare, e Hanne subisce un trauma, è proprio Malin a doversi far carico delle indagini su un nuovo delitto, con il solo aiuto di un ragazzo che ha troppo da nascondere e dei ricordi che Hanne ha affidato alla carta perché non spariscano per sempre.
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Recensione a cura di Manuela Fontenova

Appassionati del thriller nordico a me! Sempre alla ricerca di autori del genere, sono rimasta piacevolmente colpita da Camilla Grebe, da anni nel mondo dell’editoria, nota per le collaborazioni con altri autori: con la sorella Äsa Träff ha scritto ben cinque romanzi (di cui solo due tradotti in Italia), e con Paul Leander-Engström una bella trilogia noir. Finalmente nel 2017 l’esordio da “solista” con La sconosciuta, un thriller best seller che segna l’inizio delle avventure della criminologa Hanne Lagerlind-Schön e del poliziotto Peter Lindgren al quale segue appunto Animali nel buio.

Nel romanzo precedente Hanne e Peter collaborano alle indagini sulla misteriosa scomparsa di un manager di Stoccolma e sul cadavere rinvenuto in casa sua. Nonostante i dieci anni di differenza tra i due nasce un grande amore, sentimento che rafforza anche il lavoro di squadra e la risoluzione del caso. Ma Hanne convive con un segreto, una demenza senile che da un giorno all’altro potrebbe azzerare la sua memoria, cancellare la sua esistenza. Tenerlo nascosto a Peter è sempre più difficile, soprattutto adesso che la coppia viene chiamata ad Ormberg, un paese immerso nei boschi innevati, dove vive una piccola comunità che da anni resiste alla miseria e alla disoccupazione in seguito alla chiusura delle fabbriche, unica fonte di reddito. In questa realtà già desolata, un centro di accoglienza per immigrati, un pugno nello stomaco per i pochi rimasti, provati da una vita di sacrificio. La diffidenza, la paura del diverso, di un pericolo imminente, serpeggia tra gli abitanti, soprattutto dopo il ritrovamento del cadavere di una bambina, il cui caso resta irrisolto. Otto anni dopo, il fascicolo viene riaperto con il coinvolgimento dell’adolescente che al tempo fece la macabra scoperta, Malin, oggi poliziotta, personaggio chiave nella storia.

Ma Peter scompare ed Hanne viene ritrovata confusa e ferita nel bosco: cosa è successo? Cosa lega la scomparsa del poliziotto alla piccola vittima?

Nel periodo più freddo dell’anno l’urgenza di trovare Peter, e un nuovo omicidio, si scontra con la natura selvaggia dei boschi svedesi: la neve ricopre ogni cosa, le temperature glaciali rendono le operazioni di ricerca più difficili. La gente si chiude nelle proprie case pronta a diffidare, ed è nel caldo del focolare che si nascondono i segreti più dolorosi. Così come succedeva con La sconosciuta, anche qui la narrazione è affidata a più voci: Malin, Hanne e Jake, un quindicenne coinvolto suo malgrado nella vicenda. Questo impianto narrativo consente al lettore di seguire la storia da tre diversi punti di vista, di avere sempre un vantaggio sulla risoluzione dell’enigma e di godere appieno dei colpi di scena che l’autrice riserva nella parte finale.

Ma c’è dell’altro perché la caratterizzazione psicologica dei personaggi è davvero notevole: l’analisi introspettiva di ognuno di loro corre parallela allo svolgimento delle indagini, ne è inscindibile direi. Ogni passo avanti, è uno step nella crescita personale dei protagonisti, e un valore aggiunto ad una trama già ricca e perfettamente funzionante.

Le ambientazioni non potrebbero essere più suggestive e in armonia con la storia: la neve, il freddo, le condizioni atmosferiche, sembrano ricoprire Ormberg di una coltre fatta di acqua, ghiaccio e solitudine. Abbandonato dalle istituzioni, dai giovani costretti a cercare lavoro altrove, il piccolo paese resta confinato tra i boschi e le rocce .

«Per vivere in campagna bisogna essere pratici e forti. Questo non è un posto per imbranati. Gli alberi cadono, le strade si coprono di neve in continuazione, le auto si rompono in mezzo ai boschi e la corrente va via un giorno sì e l’altro no, durante le bufere autunnali. Non è concesso nemmeno essere vigliacchi, lamentarsi di Ormberg e pensare che sarebbe meglio vivere da qualche altra arte, ad esempio a Stoccolma – specialmente a Stoccolma. E se qualcuno lo pensa, fa meglio a tenere il becco chiuso se non vuole essere escluso dalla comunità con la stessa rapidità e inesorabilità con cui spariscono i turisti a fine agosto».

Un thriller curato nei minimi dettagli, la lettura perfetta per una fredda giornata invernale!

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