Niccolò Govoni, oltre che un prolifico scrittore, è soprattutto un attivista umanitario. Non si può prescindere da alcune informazioni sulla sua vita se si vuole capire il senso di questo libro.
Govoni è cofondatore di Still I Rise, una organizzazione internazionale che ad oggi ha aperto sei scuole in paesi svantaggiati (Grecia, Congo, Kenia, Siria, Yemene e Colombia) per offrire a titolo totalmente gratuito una istruzione adeguata a bambini fino ad ora esclusi dal mondo della cultura.
Il tema centrale del racconto è l’esplorazione dell’altro e dell’altrove, argomento particolarmente caro all’autore, da sempre attento all’analisi di tutte le contraddizioni con cui dobbiamo convivere. Ognuno è se stesso ma anche qualcun altro. Tutto dipende dalla prospettiva dalla quale si guarda. Il commissario Abbandonato è italiano, ma anche “terrone”. Onofrio è il parroco, ma anche una persona dal passato discutibile. Mamadou è un marito innamorato, ma anche un amante clandestino. Cremona è una cittadina armoniosa, ma anche un nido di razzisti pronti ad emergere allo scoperto alla prima occasione.
Una spruzzata di fantascienza complica e aiuta, perché in fondo tutti viviamo in universi paralleli, anche senza rendercene conto. Questa è una lettura che richiede attenzione, perché le vicende si intersecano e mescolano ripetutamente, e si corre il rischio di perdere il filo. Proprio come nella vita reale, se la consumiamo con indifferenza e superficialità.
Dopo aver pubblicato diversi libri con una delle maggiori case editrici italiane, Govoni ha deciso di dar vita, con questo ultimo romanzo, un nuovo progetto, fondando la casa editrice Still I Rise. Il fine è creare una piattaforma che offra a tutti gli alunni meritevoli delle sue scuole uno spazio per emergere, un posto al sicuro dalle logiche utilitaristiche del sistema editoriale. Tutti gli utili delle vendite saranno devoluti all’organizzazione.