Recensione a cura di Manuela Biondi
Ogni giallo che si rispetti ha il suo detective e Al momento opportuno non trasgredisce la regola, anzi la raddoppia! Tullia Renzi e Niccolò Zani sono infatti la coppia di investigatori che le colte autrici, Macciocu e Moreschi, hanno messo al centro della vicenda, narrata nel loro primo romanzo a quattro mani e ripresa nei successivi.
Il capitano Zani conduce le indagini secondo le modalità di un poliziotto tradizionale, seguendo procedure e protocolli, mentre la pittrice Renzi si fa guidare da sentimento, istinto e passione, caratteristiche che emergono nelle ricerche del colpevole, ma anche nella storia d’amore col bel capitano. È con questa coppia che le autrici conducono il lettore in mezzo a uccisioni efferate e a cadaveri dimenticati da anni, alimentando l’orribile ipotesi di un serial killer, che si aggira per i tranquilli paesini liguri.
Ma nel giallo le cose non sono mai come appaiono, perché un bravo scrittore nasconde sempre la verità al lettore, anche se non riesce mai a celare completamente quegli indizi che aiutano a capire l’identità dell’assassino, prima della rivelazione dell’ultimo capitolo! Seguendo l’impostazione di un classico romanzo di Agata Cristhie, è così possibile delineare gradualmente il ritratto del falso serial killer che, come quasi tutti i personaggi del romanzo, a iniziare dalla stessa Tullia, ha nodi irrisolti nella sua vita privata, ma anche una meschineria egoistica e vile, che sarà rivelata da chi nel romanzo appare al momento opportuno: il cane Coso.