Spesso capita che qualcuno ti consigli la lettura di un libro, un libro che rientra nell’ambito del genere che preferisci. Prendere in mano DARKLAND è avvenuto proprio così, o quasi. Mi sono imbattuto in una recensione, di un sito che ritengo affidabile in quanto a serietà rispetto alle proposte. Ho letto con interesse quanto scritto e mi sono detto perché non leggerlo, tra l’altro molti anni fa, di Paolo Grugni avevo già letto, con interesse, “ L’odore acido di quei giorni “.Sì, riconosco che ci troviamo a che fare con un noir, ma …. C’è un ma non secondario: un noir che resta in bilico tra quanto avviene in Germania, nella Foresta Nera, nel 2015 ed un approfondimento attento e documentato su cosa è stato veramente il nazismo e quali sono i motivi ispiratori di chi si ritiene erede del 3° Reich. Un professore, Karl Schultze, di criminologia alle prese, tra l’altro, con lo scrivere un saggio sulle menti criminali, sospeso dall’insegnamento causa un diverbio verbale sulle cause che hanno fatto si che la, cosiddetta Banda Baader-Meinhof abbia potuto attecchire nel contesto tedesco, scopre resti di ossa, che, tramite analisi specifiche, si viene a determinare che appartengono a persone scomparse 25 anni prima. Ma oltre al professore troviamo Arno Schultze, un ex ispettore di polizia che vive di ricordi ed amarezza per non essere riuscito a dare una soluzione, in positivo, proprio al caso delle persone scomparse, un caso irrisolto che si riapre, e che ora vive l’emozione per essere arrivato ad un passo dal risolvere il caso che lo aveva ossessionato. Schuiltze che aveva dovuto fare i conti con pressioni dall’alto, con depistaggi, con la denigrazione della stampa, dedito all’ubriacarsi per tentare di dimenticare i fantasmi che lo assillano ed alle sigarette che gli stanno minando l’esistenza. Il connubio professore ed ex ispettore di polizia ci conduce oltre alla ricerca del movente e di quel filo che unisce, uno per uno, gli scomparsi, a conoscere un mondo particolare, il mondo di coloro i quali desiderano, e si muovono, per arrivare al 4° Reich, e che questo possa nascere dalle ceneri del 3°. L’esoterismo, i culti ariani, l’occultismo, le politiche identitarie ed i fanatici che vivono nel coltivare il culto di Hitler e degli esperimenti sugli esseri umani portati avanti da Mengele, l’angelo della morte con il suo potere di dare la vita o la morte, il culto di Auschwitz, ritenuto centro di medicina sperimentale, anche se all’ordine del giorno c’era la tortura, con le camere a gas vero e proprio omicidio seriale di massa, simbolo della mentalità aziendalista di cui il nazismo si fa premonitore. Il sole nero, il sole nascosto, come un futuro idealizzato. Un connubio che ha nelle difficoltà sentimentali il motivo di unione. Ma non solo tutto questo, la denazificazione rimasta lettera morta, con funzionari compromessi con il regime nazista e riammessi nei ranghi ufficiali con il governo Adenauer. La denazificazione mancata che dovrebbe voler dire qualcosa qui da noi rispetto ad una liberazione incompiuta. Dicevo, noir e non solo, perché Paolo Grugni, attraverso questo romanzo, ci mette a tu per tu con cosa sono state le SS: aristocrazia razziale che deve gestire il potere. Ma soprattutto, la domanda delle domande: chi era Hitler?, con le sue abitudini spartane, l’autodisciplina, la forza di volontà, e la sua politica eugenetica, un pazzo, una geniale mente criminale con un forte potere comunicativo fuori dalla normalità, il fattore scatenante di un qualcosa che industriali, classe politica conservatrice e tanta parte della popolazione ecc.. hanno appoggiato e sostenuto Sì perché diciamolo, e vale per la Germania come per l’Italia, il popolo tedesco sapeva, la propria vita quotidiana conviveva con il terrore. E poi, la considerazione che, attualizza il tutto, su chi erano i nazisti se non soggetti consapevoli di ciò che facevano, ingranaggi all’interno della macchina della morte, perché nella natura umana c’è qualcosa di corrotto, e giustamente, Grugni/Arendt ci porta a tu per tu con i crimini conseguenti dell’uomo comune che si ritrova a gestire il potere. Un noir che non ci parla solo del passato, ma di un passato che trova forme e modalità per attualizzarsi come nel caso dei servizi di sicurezza legati all’estrema destra in carico ad Amazon contro i lavoratori stranieri sfruttabili e sostituibili, perché cambieranno anche le strategie ma il fine è sempre lo stesso: lo sfruttamento alla faccia di chi ne paga le conseguenze. Un noir sul cuore nero della Germania che verso il 70° anniversario del processo di Norimberga ha un orizzonte oscuro. Un processo che andando oltre il revisionismo, con un vero e proprio rovesciamo, viene considerato una farsa, e che con questo, al massimo, il popolo tedesco si potè mettere la coscienza a posto; ed invece è bene ribadirlo, grazie a Grugni, che il nazismo non fu solo una dittatura delirante e sanguinaria, ma fu qualcosa di strutturato, ammaliante anche, non bisogna incorrere nell’errore di sminuirlo a follia collettiva; tenendo in considerazione questo ragionamento, si può comprendere l’oppressione perpetuata nei confronti degli Ebrei, del perché avvenne, dell’antisemitismo ecc… e la collusione, prima ed oggi, con le case farmaceutiche con le loro ricerche sulle pandemie e la ricerca di farmaci di nuova generazione, per arrivare alla sconfitta della morte, con la definitiva purificazione di una profilassi sociale. Un noir a tutti gli effetti, qualcuno potrebbe anche pensare che Grugni si è costruito un suo ragionamento. Certo può anche essere, ma è un ragionamento basato su oltre 300 libri rintracciabili nella bibliografia finale. Il noir è anche questo, probabilmente se prendi un saggio sul nazismo, dopo qualche pagina potresti, a malincuore lasciare a tempi migliori la lettura, e se anche alcuni provvedimenti disciplinari sui social intervengono in modo incomprensibile, il romanzo di Grugni aiuta che ciò non accada.
Noir
Recensione a cura di Massimo Ghigi Il romanzo “L’onore e il silenzio” di Gianni Mattencini è un noir d’altri tempi sia nello stile di scrittura