Oggi Presentiamo...

Oggi parliamo con… Vanessa Roggeri

Intervista a cura di Alessandro Noseda

 

Abbiamo il piacere di ospitare nella nostra cucina Vanessa Roggeri in libreria con La cercatrice di corallo. Benvenuta! Mi dai una mano con la cena mentre chiacchieriamo? Cosa ti va di cucinare?

Cominciamo, con una breve biografia?

Grazie per l’invito, è una cucina luminosa e densa di aromi, complimenti.

Quando mi chiedono di parlare della mia vita o di descrivermi sono sempre molto parca di informazioni perché preferisco che siano i libri a raccontarmi. Quando un autore mette se stesso nelle sue storie il lettore lo percepisce e capisce di lui cose che vanno al di là del linguaggio. Mi capita spesso che i lettori a fine presentazione si avvicinino e mi dicano che era proprio così che mi avevano immaginato, un complimento implicito che mi fa molto piacere. Detto questo, posso dirvi che sono nata a Cagliari, mi sono laureata in Relazioni Internazionali e scrivere è la mia vita.

 

Quando, come e perché è nato il tuo amore per la scrittura?

È nata intorno ai sedici anni come derivazione diretta del mio amore per i libri. Era il mio modo di far sopravvivere le storie che più avevo amato anche dopo aver letto l’ultima pagina; si incomincia per emulazione, perché ti innamori di un autore e del suo mondo, e molto presto capisci che in realtà sei alla ricerca della tua voce, del tuo stile personale e che il tuo percorso è ancora tutto da costruire. La passione è diventata progetto di vita: volevo diventare scrittrice e sono andata avanti con determinazione finché il sogno non è diventato realtà.

 

De La cercatrice di corallo una penna raffinata come Elisabetta Bricca ha scritto: “Lo stile di Vanessa è sempre di alto livello, ricercato senza risultare artificioso”. Mi pare un’incoronazione non indifferente. Che ne pensi?

Sono grata a Elisabetta per questa definizione lusinghiera. Mi rende felice perché proviene da una collega che ha tutta la mia stima. Non ci siamo ancora incontrate, spero ci sia presto occasione.

Tre motivi per cui leggerlo assolutamente.

È una domanda un po’ subdola da fare a un autore perché sarebbe facile risultare spudorato o immodesto. Provo a capovolgerla: se avete paura di emozionarvi fino alle lacrime, se avete paura di venire travolti dalle passioni sfrenate dei miei protagonisti e temete che il vostro cuore venga rapito dal fascino magico del corallo, allora non leggete il mio libro!

 

Del rapporto con Editor e Editore cosa ci racconti?

È un rapporto che si basa su un dialogo decisamente aperto, sereno e costruttivo. Ogni decisione nasce da un confronto atto alla migliore riuscita del libro e ciò che più mi ha fatto piacere scoprire alla Rizzoli è che il mio parere di autrice, i miei consigli e la mia esperienza, sono importanti per l’editore perché offrono un punto di vista prezioso. Lavorare all’editing è stato molto semplice e naturale. Non potrei essere più soddisfatta.

 

Cosa ami leggere? E se devi regalare un libro come lo scegli?

Leggo veramente di tutto, senza pregiudizi. Regalare libri è una delle cose più difficili; di solito cerco di andare a colpo sicuro perché prima ho raccolto le giuste informazioni sui gusti della persona.

 

Qualche sogno nel cassetto?

I sogni non vanno rivelati! Vanno invece cullati in segreto e custoditi con grande fiducia.

 

Un consiglio a chi ha il proprio romanzo ancora chiuso nel cassetto?

Innanzitutto di levarlo dal cassetto. Se davvero sentite che è il romanzo giusto non esitate ad approfittare delle numerose possibilità che oggi un aspirante scrittore ha a disposizione. La parola d’ordine è: farsi notare. Già, proprio perché gli editori sono alla ricerca continua di nuove voci ma spesso i canali convenzionali possono costituire un circolo vizioso che non porta da nessuna parte. Avere un agente letterario oggi è fondamentale, ma per cominciare può essere un ottimo trampolino partecipare ai concorsi, farsi conoscere nell’ambiente magari attraverso un blog. Si dice che la fortuna sia l’incontro tra talento e momento giusto: e allora, non perdete la vostra occasione, fate fruttare il vostro talento.

 

Grazie per la bella chiacchierata! Ora, come tradizione di Giallo e Cucina ti chiedo di salutarci con una citazione e una ricetta che ami particolarmente!

Dato che siamo in tema culinario, citerò la mia bisnonna Giulia che usava dire un detto di grande saggezza che recita così: “Budda beni sa pingiadedda tua”, ovvero “Pensa solo a far bollire bene il tuo pentolino  e non ti preoccupare degli altri”.

Una dei miei piatti preferiti: la torta salata o torta rustica.

Ingredienti: 2 rotoli di pasta sfoglia, 450 gr di spinaci, 2 uova, 100 gr di prosciutto cotto, 2 mozzarelle, 2 cucchiai di parmigiano, aglio, sale.

Per prima cosa facciamo sbollentare gli spinaci per 10 minuti, li facciamo raffreddare e strizziamo l’acqua in eccesso. Farli poi rosolare con mezzo spicchio d’aglio in un filo d’olio d’oliva o di semi a preferenza; mischiamo agli spinaci un pizzico di sale, una spolverata di parmigiano, 2 mozzarelle tagliate a cubetti, il prosciutto tagliuzzato, 2 uova. Giriamo il tutto fino a creare un impasto omogeneo e lo versiamo sul primo foglio di pasta sfoglia che abbiamo steso su una teglia; richiudiamo il tutto con il secondo foglio di pasta sigillando i bordi con una piccola treccia di pasta rivoltata. Tempo di cottura: circa 45 minuti a temperatura non elevata.

Buon appetito.

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