Intervista a cura di Adriana Rezzonico
Abbiamo oggi il piacere di chiacchierare con Salvo Lecce. Benvenuto e grazie per aver accolto il nostro invito. Ti racconti ai nostri lettori? Chi sei e quando hai sentito l’esigenza di scrivere?
Sono un sognatore, fondamentalmente. Siciliano d’origine, milanese d’adozione. Fin da giovane mi sono appassionato alla narrativa e al cinema. Amo le storie sorprendenti, non banali, di quelle che si leggono d’un fiato e che sono capaci, nel finale, di ribaltare le certezze del lettore. L’esigenza di scrivere è nata una decina di anni fa, quando ho pensato che anch’io avrei potuto raccontare delle storie simili. È stata la stessa esigenza provata dal mio amico Cataldo, con cui ho iniziato, quasi per gioco, questo percorso di scrittura che ci ha regalato molte soddisfazioni.
Dopo aver pubblicato un romanzo storico, siete passati al giallo e al thriller. Vi piace sperimentare diversi generi letterari?
La nostra prima opera, pubblicata nel 2012, è stata un romanzo d’avventura a tinte storiche, di cui abbiamo ripreso i diritti e che speriamo in futuro di poter riproporre in una veste rinnovata, più matura. Abbiamo anche scritto un romanzo di narrativa generale che al momento è nel cassetto, in attesa anch’esso di un restyling. Poi c’è stato un deciso cambio di rotta verso i generi giallo, thriller e noir. Abbiamo cominciato con dei racconti brevi, che hanno rappresentato un humus letterario di grande ispirazione e grazie ai quali abbiamo collezionato ben dieci finali ai premi letterari del Giallo Mondadori e una finale al premio Esperienze in Giallo. Nel 2015 abbiamo vinto il NebbiaGialla, pubblicando successivamente il racconto in una collana del Giallo Mondadori, mentre nel 2017 abbiamo ottenuto una segnalazione al premio Segretissimo Mondadori, con un racconto di spionaggio. Ci piace sicuramente sperimentare i vari generi della letteratura, e il fatto di lavorare in due aiuta molto a districarsi in questo grande labirinto, però crediamo che la strada giusta sia quella che ci ha permesso di ottenere maggiori riconoscimenti, ossia il giallo in tutte le sue sfumature.
Come è iniziato il tuo sodalizio con Cataldo Cazzato e quali sono state le problematiche che hai incontrato nella scrittura a quattro mani?
Io e Cataldo ci conosciamo da molti anni, ma da semplice conoscenza lavorativa, nel momento in cui è nato il sodalizio di scrittura, il nostro rapporto si è trasformato in un’amicizia profonda. Studiamo le storie a tavolino e cerchiamo di perfezionarle durante la stesura. Ognuno è l’editor dell’altro, cosa che ci permette di presentare prodotti sempre molto puliti. È un lavoro martellante, che procede finché non siamo pienamente soddisfatti. Per quanto riguarda le problematiche accennate nella domanda, devo dire che andiamo molto d’accordo. Ogni tanto capita che vi sia una divergenza di vedute, ma troviamo sempre una soluzione gradita a entrambi.
Che cosa c’è nel vostro futuro?
Siamo ormai prossimi alla pubblicazione di un romanzo di genere thriller ambientato in California. La data ufficiale è il 25 Marzo.
Poi, a giugno, uscirà un nostro racconto su una collana del Giallo Mondadori, in appendice a una raccolta di Cornell Woolrich. Nel frattempo stiamo lavorando anche a un altro progetto, più ambizioso, un noir ambientato in Sicilia con un protagonista frizzante che speriamo possa diventare seriale. Ma per questo ci sarà da aspettare un po’ di più.
Che ruolo occupa la passione della scrittura nella tua vita quotidiana?
È importante perché mi permette di evadere dalla routine, ma non riesco a scrivere tutti i giorni. Dipende da molti fattori, famiglia e lavoro in primis. Nei periodi in cui non scrivo cerco di leggere di più, perché è la lettura che ti forma e ti stimola a rimetterti sulla tastiera.
Cosa ti piacerebbe consigliare a chi vuole pubblicare un romanzo?
Posso consigliare di scegliere attentamente le case editrici (mai a pagamento o con obbligo di acquisto copie) a cui proporre il testo, evitando invii a casaccio senza nemmeno aver visionato i loro cataloghi. Invii intelligenti abbasserebbero di molto le risposte degli addetti ai lavori e ne gioverebbero tutti gli aspiranti scrittori.
Il tempo a nostra disposizione è terminato. Prima di congedarci ci lasci una citazione e una ricetta preferita?
Ti lascio ben due citazioni:
«Noi non siamo nemici, ma amici. Noi non dobbiamo essere nemici. Anche se la passione può averci fatto vacillare, non deve rompere i profondi legami del nostro affetto. Le corde mistiche della memoria risuoneranno quando verranno toccate, come se a toccarle fossero i migliori angeli della nostra natura.» Abraham Lincoln.
«Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale! Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. Infinita letizia della mente candida! Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.» Alexander Pope.
Queste citazioni sono le colonne portanti di due grandi film, tra i miei preferiti, ma non dico quali per instillare un po’ di curiosità in chi non li ha visti o in chi semplicemente non riesce a ricollegarli.
Per quanto riguarda la cucina, posso svelare che si tratta di un’altra passione che accomuna me e Cataldo. Ci scambiamo spesso consigli anche su questo argomento, per cui sono felice di poter lasciare una ricetta. Punterò proprio su un piatto che mi ha fatto scoprire il mio socio, lui che è pugliese doc.
Orecchiette con le cime di rapa
Pulire le cime di rapa, eliminando i gambi più duri e le foglie più spesse, poi tuffarle in acqua bollente già (poco) salata. Lasciarle bollire per almeno un quarto d’ora. Nel frattempo, in un pentolino a parte, scaldare abbondante olio extravergine d’oliva con uno spicchio d’aglio e dei filetti di alici (almeno un paio per ogni commensale). Nella pentola con le cime di rapa, aggiungere le orecchiette (possibilmente di pasta fresca) e lasciarle cuocere insieme alle verdure per il tempo indicato, conservando un mestolo abbondante di acqua di cottura. Scolare cime e orecchiette e rimetterle nella pentola, quindi aggiungere l’acqua di cottura precedentemente messa da parte e l’olio bollente con le alici, ma privato dell’aglio (se non piace). Con un mestolo, mescolare energicamente il tutto in modo da far sciogliere le alici e creare un’emulsione tra l’olio e le cime di rapa, quasi a formare una crema. Servire con una spolverata di pepe nero macinato al momento. Buon appetito!
Noi ringraziamo Salvo Lecce e invitiamo i nostri followers a leggere le imminenti pubblicazioni della coppia Lecce-Cazzato.