Ciao Ramingo, grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo. Siamo molto curiosi di conoscerti per questo passo subito alle domande.
- Chi è Ramingo Junior?
Ho aperto questo account di Facebook molti anni fa, quando ancora non sapevo che avrei scritto un libro. Erano i primi tempi per questo social al quale mi sono avvicinato con prudenza, usando un nickname particolare. Ramingo mi venne in mente dal personaggio de “Il signore degli anelli”, mentre Junior è parte del mio nome (Antonio Junior Ruggiero). Da allora perché cambiare?
- Quando hai iniziato a scrivere?
Alle scuole superiori, più o meno a 14 anni. Scrivevo poesie per far colpo sulle ragazze e per fortuna qualche volta mi andava anche bene. Poi l’università, i primi racconti brevi sui fogli sparsi in camera mia e alla fine questo libro. Devo dire che il lavoro di giornalista mi ha aiutato moltissimo nella pratica quotidiana.
- Da quale esigenza è nato “Controvuoto”?
Dal tentativo di essere utile a me stesso, mettendo su carta una miriade di pensieri nati dall’esperienza di psicoterapia, e dalla consapevolezza di poter essere di aiuto a chi, come me, ha qualche problema a guardarsi dentro. Chi va da un terapeuta, chi ha subito un trauma o una violenza, chi è stato vittima di bullismo o semplicemente chi si sente solo, spesso si tiene tutto dentro perché la società, nei fatti, rifiuta le persone fragili; anche se tutti, a modo nostro, abbiamo delle debolezze. Io, nel mio piccolo, voglio spezzare questo silenzio.
- Vuoi parlarci del tuo libro “Controvuoto”?
Vorrei rassicurare tutti sul fatto che non si tratta di un manuale, di un libro di auto-aiuto o di un trattato di medicina. È un libro di esperienze raccontate da chi è abituato a fare domande per lavoro e ha deciso di cominciare a interrogare se stesso, aiutato dal dottor Salvatore Grammatico, direi l’uomo giusto al momento giusto. Io ci ho messo onestà e ironia, mi sono preso molto in giro e alla fine spero di essere stato utile.
- Hai scritto altri libri?
Tanti tentativi, questo è il primo che ha preso il largo, speriamo di non affondare.
- Quali sono state le difficoltà nella stesura del tuo libro?
Fare in modo che le conseguenze di ciò che scrivevo potessero ricadere esclusivamente su me stesso e non sulle persone a me vicine. Alla fine è stato un vero esercizio di stile ma credo di esserci riuscito.
- Cosa consiglieresti ad uno scrittore esordiente?
Va dove ti porta la felicità ma prima cerca di capire cosa ti rende felice.
- Cosa sognavi di diventare da bambino?
Nell’ordine: benzinaio, calciatore, astronauta, vagabondo, pasticcere, ceramista, medico, avvocato, sciatore, animatore, fruttivendolo, autista, pompiere, podologo, chimico, controller Eden viaggi. L’ultima è una ferita ancora aperta.
- Noi di gialloecucina a fine intervista chiediamo una citazione e una ricetta preferite. Vuoi dircele?
La cucina mi fa venire in mente frasi celebri di Proust, Pascoli, Pennac… ma alla fine preferisco: “Two gust is megl’ che one!”. Sulla ricetta, invece, faccio due citazioni nobili: mia nonna Silvana, che cucinava una genovese degna dei re, e mia moglie Antonella (che cura la pagina Facebook di Controvuoto, https://it-it.facebook.com/controvuoto/), imperatrice dei fornelli, un’autorità in fatto di parmigiana di melanzane e montanare (pizze fritte). Buon appetito.
A cura di Miriam Salladini