Ci accoglie nella sua casa di Patrizia Marinelli, ora in libreria con “Come gemelli nella placenta”. Intervista a cura di Alessandro Noseda.
Buongiorno Patrizia!
Ci racconti brevemente chi sei e perché leggi e scrivi?
Mi piace scoprire e vivere nuove emozioni e tramite la lettura riesco a scoprire sempre mondi nuovi, diversi punti di vista, a commuovermi o provare il brivido della suspense. Allo stesso modo mi piace scrivere perché cerco di trasmettere tutto questo, dal mio punto di vista ed emotivo, agli altri. Scrivere rappresenta per me anche uno sfogo creativo e una soddisfazione personale.
I tuoi romanzi: come nasce l’idea? Da cosa trai spunto? Quanto prendi in prestito dalla realtà quotidiana e quanto è parto di fantasia?
L’idea nasce o da un’emozione che si vuole sviluppare o da un’idea o una storia che si vuole trasmettere ma anche a volte casualmente, come è stato nel mio ultimo romanzo che sto scrivendo, la cui trama è scaturita da un sogno o come quello in corso di edizione che è nato dalla voglia di parlare di una storia vera legata a un vissuto storico-politico e un contesto socio-culturale specifico.
Per descrivere o trasmettere a pieno un’emozione prendo spesso spunto dalla realtà, da ciò che vedo e vivo ma poi integro questo con la fantasia per renderlo più accattivante e permettere al lettore di spaziare sopra la realtà.
Scrivere un romanzo richiede tempo e documentazione. Come affronti la sfida?
Molto spesso sono aiutata dal caso. È capitato, a volte, di cambiare la trama per aver letto casualmente un articolo o una notizia che penso si presta per il mio racconto e ne dia un tocco in più. Sono anche molte le volte che devo documentarmi, soprattutto quando si parla di storie legate a fatti storico-politici, per non uscire fuori “tempo” e rendere il testo realistico.
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
Spesso delineo una scaletta, definisco i personaggi ma capita anche di dover cambiare la mia scaletta per integrarla con avvenimenti che reputo di maggiore attenzione o di eliminare parti che, nello scrivere, reputo ridondanti, o che non aggiungono nulla ai personaggi e/o alla storia. Mentre scrivo di un personaggio, nel quale mi identifico o mi piace in particolar modo, mi succede di essere coinvolta a tal punto che sembra che si muova da solo e prenda “strade” non esattamente previste da me.
Descriviti come lettrice: quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E se devi regalarlo un libro come scegli?
In genere prediligo i libri che toccano parte della mia personalità, quindi parlano di donne, di storie d’amore ma amo anche la suspense per il brivido che mi danno, o i thriller, perché stimolano il lato curioso e “investigativo” del mio carattere. Così, quando devo regalare un libro, cerco di capire la personalità di colui a cui lo sto regalando e in libreria, o on-line, scelgo il migliore, il più quotato in tal senso.
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto?
Il consiglio che do agli aspiranti scrittori: prima di inviare un testo alle case editrici rileggetelo almeno tre volte, di cui una, fatelo fare da un soggetto esterno. Almeno, anche se la storia non è delle più esilaranti, le case editrici non lo cestinano alla prima pagina.
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà?
Mi piace presentare i libri al pubblico. È quell’attimo di popolarità che lo scrivere ti concede, di contatto con il tuo pubblico di lettori anche se fondamentalmente sono un’emotiva e quando mi trovo davanti ai lettori, ho un attimo di panico. Molto spesso gli scrittori vivono nella loro realtà, nelle loro emozioni e nel loro mondo ed esternare un loro romanzo, che è una parte di loro, comporta uno sforzo. Almeno è così per me, non lo sarà, magari per i professori o i giornalisti che presentano i loro libri, sia perché sono più distaccati da quello che scrivono (spesso il genere è scientifico, storico o politico), sia perché sono abituati a parlare in pubblico per il mestiere che fanno.
Alla base, comunque, c’è sempre una predisposizione caratteriale.
Per esempio, in una presentazione di Come gemelli nella placenta, quando mi hanno chiesto quanto ci fosse di me nella protagonista e io ho risposto una parte, ho osservato le loro facce e mi sono chiesta se avessero immaginato quale parte, quella più sfacciata (il sesso, la droga, ecc) oppure quella più poetica e sognatrice? Non mi hanno mai chiesto se, appunto, ero più l’una o l’altra.
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché?
Margaret Mazzantini. Ho letto praticamente tutti i suoi romanzi e riesce a trasmettermi sempre un’emozione, perché tocca sempre emozioni che mi coinvolgono, il suo scrivere è semplice, ci sono molto dialoghi ma un giusto mix con le descrizioni.
Quale loro libro consiglieresti ai nostri lettori?
“ Venuto al mondo”
Grazie per il tempo che hai voluto dedicarci. Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione!
La mia ricetta preferita: Spaghetti all’avocado, pancetta e zucchine.
Tagliate a pezzetti piccoli l’avocado, aggiungere un pizzico di sale, pepe e prezzemolo e tritate tutto insieme fino a formare una poltiglia.
Prendere una zucchina e farla alla Julienne, rosolare in padella con cipolla e olio e, a cottura raggiunta, aggiungerla all’avocado.
Rosolare la pancetta a pezzetti e aggiungerla alla polpa di avocado.
Quando l’acqua della pasta bolle, buttare gli spaghetti (n. 5 minimo comunque grandi). A metà cottura prendere metà bicchiere di acqua bollente e metterla nella polpa di avocado.
Scolare gli spaghetti e amalgamarli con la polpa. Mettere un po’ di prezzemolo fresco su ogni piatto con una spruzzata di olio extra vergine d’oliva. Per i vegetariani: si può fare anche senza pancetta, è buonissima!
La mia citazione è: «La sola cosa che potevo fare era offrirvi un punto di vista: se vuole scrivere romanzi, la donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé» da “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf.
Questa citazione mi accompagna fin da quando ero adolescente ed infatti riesco a scrivere unicamente quando sono sola a casa e per fortuna ho un altro lavoro che mi permette di vivere e… scrivere liberamente!