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Mario Mazzanti

Intervista a cura di Dario Brunetti e Gino Campaner

Diamo un caloroso benvenuto su Giallo e Cucina a Mario Mazzanti, in libreria col suo ultimo romanzo Il mistero di Chinatown e partiamo subito con la prima domanda

GC Come nasce l’idea di accantonare momentaneamente, credo, il genere thriller per tuffarti in un giallo sociale?

Per prima cosa un grazie per avermi invitato. Per rispondere poi alla domanda, no, non ho abbandonato definitivamente il thriller, semplicemente ho pensato di provare a scrivere qualcosa di diverso per uscire dai soliti schemi… Per un autore di letteratura di evasione scrivere è soprattutto divertimento (non credete a chi dice che nel farlo si soffre!), e nel fare sempre le stesse cose alla fine succede di divertirsi meno…

GC Vorrei porre la domanda che tutti i fans magari ti vorrebbero fare: torneranno l’ispettore Sensi ed il dottor Claps? Stai già lavorando a qualche altra storia con loro protagonisti o continuerai a sperimentare nuovi percorsi?

Claps tornerà, magari non a breve, ma tornerà. Ho da tempo in mente il primo seme di una storia con lui, non so ancora se come protagonista o guest star, né quando ambientata nel tempo, ma sicuramente scriverò ancora di lui. Prima però ancora un cambio di genere… Noir, questa volta. Due storie con protagonisti ancora diversi e, diciamo, non completamente positivi…

GC  Ora lascio la parola a Dario con cui avrai modo di parlare più dettagliatamente del tuo nuovo romanzo che ricordiamolo si intitola Il mistero di Chinatown.

Mi congedo rivolgendoti ancora una domanda, che è più una curiosità in realtà. Perché proprio il traffico di organi e perché hai coinvolto proprio la comunità cinese? C’è un motivo particolare?

Per quanto riguarda il traffico di organi, mi piaceva l’idea di accendere, ovviamente nel mio piccolo, il riflettore su una realtà purtroppo ben radicata nella società, ma assai poco presente all’attenzione dei media; quasi ignorata direi, come se si volesse sfuggire all’orrore che è in grado di provocare… migranti depredati di organi, persone alla disperazione disposte a vendersi un rene o un pezzo di fegato per pochi euro…   Quanto alla comunità cinese (che per inciso nella realtà non c’entra nulla con il traffico di organi nel nostro Paese dove il grosso lo fa la mafia nigeriana) l’ho scelta per almeno tre buoni motivi: la sua relativa impermeabilità alla cultura del Paese ospitante, la presenza di una quota di immigrazione illegale, e l’interesse, per le sue peculiarità, che poteva suscitare nel lettore.  

DB Grazie Gino, vorrei chiedere come nasce l’idea di due personaggi cosi simbiotici, perché sono due amici e con due mestieri completamente differenti, un anatomopatologo e un giornalista che vuol fare carriera ? Aggiungerei finalmente basta con commissari e ispettori di polizia !

È sempre difficile rispondere a questa domanda… quando me la fanno non trovo di meglio che cavarmela con un giro di parole che però, in fondo, è forse proprio la verità: i personaggi nascono con la storia, ma in gran parte è anche la storia a nascere con i personaggi… Di certo, Abisso e Tommy Davies li volevo sin dal principio diversi, ma provenienti da uno stesso background popolare, ed entrambi, come dire, “osservatori” dei fatti della vita: giornalista l’uno, anatomo patologo l’altro. Quanto a non aver utilizzato per “Il mistero di Chinatown” commissari, profiler, ispettori ecc., credo che queste figure siano più funzionali a un thriller, alla caccia a un omicida seriale, piuttosto che a un, come l’ha definito Gino, giallo sociale.

DB Nel romanzo si parla di un argomento truce e scottante, il traffico di organi. Ti spieghi come mai nel nostro paese se ne parli molto poco di questa tematica, se vogliamo poco approfondita ?

In parte ho già risposto a questa domanda… in questi tempi dove la comunicazione, l’informazione è così presente, forse preferiamo allontanare lo sguardo da ciò che è inquietante, disturbante. Da esseri umani trattatati come pezzi di ricambio, carne da macello. Dalla disperazione di chi vende parti di sé stesso per pochi denari. E c’è anche un’altra disperazione: quella di chi non può sopravvivere senza un trapianto e si vede morire ogni giorno che passa nell’impossibilità di ricevere l’organo che gli salverebbe la vita.

DB Cosa mi ha colpito nel romanzo è la tensione che si manifesta in maniera sottile e silenziosa per venir fuori all’ultimo momento, una tecnica alquanto azzeccata e vincente, hai degli autori di riferimento nel panorama giallo-thriller a cui ti ispiri o che sei particolarmente legato?

Non ho autori che mi sono di riferimento o di ispirazione, ma ce ne sono molti che ammiro e invidio tantissimo per come sanno scrivere. Faccio un solo nome per tutti… Izzo.

DB Ritroveremo presto questi due personaggi puoi svelarci se c’è in cantiere qualche novità ?

Abisso, il giornalista, ha molte chance di tornare, ma… deve mettersi disciplinatamente in coda… Nel futuro immediato ci sono due noir (uno praticamente giunto alla revisione finale, l’altro in fase ben avviata di scrittura), storie dove si fatica a trovare personaggi senza macchia; il primo lo definirei uno psyco-noir, mentre il secondo è più classico ed è scritto (è la prima volta che lo faccio) in prima persona.

DB Ti ringraziamo per questa intervista al nostro blog Giallo e Cucina e ti facciamo per concludere una delle nostre domande di rito. Ci diresti i piatti preferiti dei tuoi quattro personaggi ?

Andando in ordine Il commissario Sensi, il dottor Claps, Tommy Davies che poi come ben sappiamo si chiama Tommaso e del buon Gualtiero Abisso facendo finta di averli tutti a tavola !

Nessuno di loro è vegetariano… e ora che ci penso questa può essere una pecca cui rimedierò con un personaggio futuro…

Ma cominciamo: Sensi è un uomo pratico che però non disdegna la buona tavola: per lui un buon brasato al barolo.

Claps, invece è un frugale, per inclinazione, ma anche per disciplina: sono certo che ordinerebbe una semplice (e un po’ triste) paiilarde alla griglia con insalata.

Tommaso, Tommy, Davies detesta i piatti elaborati e, come medico, evita generalmente quelli troppo ricchi di grassi, ma proprio non sa resistere a un piatto della sua infanzia: ossobuco con risotto alla milanese.

Per Abisso nessun dubbio: ribs and chips, e birra. Una buona cruda, naturalmente.

Grazie davvero per la vostra ospitalità!

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