Benvenuto e grazie mille per la tua disponibilità!
Buona giornata a tutti, e grazie a voi per avermi invitato.
Scrittore ed ex docente di Lettere, hai creato il personaggio del commissario Cataldo, protagonista di una serie di romanzi investigativi comprendente, finora, sedici pubblicazioni. Ci racconti qualcosa di te che non risulti dalle biografie ufficiali?
Beh, vediamo. Nel tempo libero, oltre a scrivere, mi piace fare jogging e naturalmente leggere molto (non solo gialli); poi amo il calcio, ho due gatti, preferisco la montagna al mare e l’estate la passo in Val di Fiemme, dove faccio lunghe passeggiate, elaboro nuove trame poliziesche e scrivo recensioni per la mia rubrica sul web (20 righe per un giallo).
Vanni Cataldo è un personaggio riuscitissimo. Come l’hai pensato? Come è nato?
È nato un po’ per caso: durante un periodo, anni fa, in cui mi imbattevo regolarmente in gialli che non mi soddisfacevano, mi è venuta voglia di passare da lettore a scrittore, cercando di scrivere da me storie che non trovavo scritte da altri. Così è nato il commissario Cataldo, che per metà sono io e per metà no. Voglio dire che ho attribuito a questo personaggio una parte di me, del mio carattere e dei miei gusti (l’origine siciliana, la pazienza, la curiosità, i libri che legge, la musica che ascolta) e, insieme, molte cose diverse e quasi opposte (l’aspetto fisico, le esperienze sentimentali, le indagini che affronta). Il vantaggio è che, in questo modo, ritrovo sempre in lui qualcosa di piacevolmente consueto (che è abituale e rassicurante anche per il lettore fedele), senza precludermi mai, al tempo stesso, la possibilità di fargli vivere con la fantasia “sperimentazioni” nuove: che è un buon antidoto narrativo all’eventualità di noia e stanchezza. Non va dimenticato, del resto, che Cataldo è un personaggio in evoluzione, che invecchia e modifica il proprio vissuto libro dopo libro (si innamora, si disamora, si sposa, diventa padre, si separa…), di pari passo con le trasformazioni della città stessa in cui si è trasferito.
Modena, appunto, è il fondale dei tuoi noir. Qual è il tuo rapporto con questa città?
Modena è una città a misura d’uomo, come si diceva una volta, né grande né piccola, quindi equidistante sia dalla metropoli (che spersonalizza i rapporti e in cui il delitto è una normalità fin troppo ovvia), sia dal borgo (dove tutti sanno tutto di tutti e il mistero non avrebbe sufficiente attendibilità). È quindi una città realistica e moderna quella con cui Cataldo s’è finora misurato, coi rancori universitari, le comunità dei tossici, il mondo ricco e colto della chirurgia estetica e dell’editoria, quello dei night e degli immigrati, delle gallerie d’arte, delle parrocchie e dei licei… Modena però è sempre vista in divenire, attraverso l’ottica esterna (che non è la mia) di un oriundo, Cataldo, che si evolve di pari passo con la sua percezione della città. Ed è anche una Modena progressivamente avviata all’imbruttimento, specie nelle sue periferie…
A breve sarai in libreria con Nessun posto per nascondersi per Fratelli Frilli, uno degli editori più attenti al filone poliziesco. Ci puoi anticipare qualcosa di questo nuovo lavoro? Quando uscirà?
Uscirà a metà febbraio, sarà ambientato nel mondo del calcio e inizierà col brutale omicidio del medico sociale della Modenese F.C.. L’indagine, molto difficile, si complicherà poi col ritrovamento di un altro cadavere, stavolta ben più noto in città: il brasiliano Valdir, bomber della squadra e fidanzato con la figlia del ricco sponsor. L’opinione pubblica sarà scossa, i tifosi sconvolti e Cataldo – al culmine della maturità professionale, ma incupito da una pena segreta, che riguarda la sua vita privata – dovrà compiere un lungo e angoscioso viaggio attraverso un mondo a lui del tutto ignoto, dove ognuno ha qualcosa da nascondere e nessuno è come sembra che sia.
Ami altri generi letterari?
Oltre al giallo in tutti i suoi colori (dal mystery al thriller, dal noir al procedural alla spy), mi piace molto il romanzo storico.
Cosa stai leggendo in questo momento? Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Ho appena finito Clandestino di James Ellroy (una riscoperta). Quanto ad autori di riferimento, non ne ho uno in particolare, ma mi piacciono molto Simenon, Dürrenmatt, Hemingway, poi Connelly, Nesbo e Winslow (tra i contemporanei) e, tra gli italiani, Sciascia, Fenoglio e Scerbanenco. Non tutti giallisti, come si vede…
Un consiglio a chi ha la propria storia in testa o chiusa in un cassetto?
Per chi ha una storia in testa, il consiglio è di continuare a leggere ancora molto e, a un certo punto, armarsi del coraggio di scriverla. Per chi ce l’ha già, ma chiusa in un cassetto, di tirarla fuori, rileggerla, confrontarsi con altri autori ed eventualmente provare a migliorarla. Per tutti, alla fine, osare sottoporla al giudizio di un editore (mai a pagamento), mettendo in preventivo che le difficoltà, le critiche o i rifiuti – soprattutto all’inizio – anche se amari, posso aiutare a crescere.
Prima di lasciarci, ci doni la citazione e la ricetta preferite? Noi del Blog siamo curiosi e golosi!
Due citazioni, alla pari: “Il successo è credere in quello che si fa” e “La miglior furbizia è l’onestà” (la prima di una scrittrice americana, la seconda di un mio antico professore). Per la ricetta, la mia preferita (da ex siciliano) è quella del POLPO IN UMIDO, che metterò in un prossimo giallo.
“In un largo tegame scaldare 4 cucchiai d’olio extravergine di oliva e rosolarci due spicchi d’aglio schiacciati (da togliere quando saranno belli dorati), 50 grammi di misto per soffritto ancora surgelato e del peperoncino sbriciolato: quando le verdure del soffritto saranno ammorbidite, versare 8 etti di polipo tagliato, ancora surgelato. Cuocere a fuoco moderato per circa 5 minuti, quindi sfumare il polipo con il vino bianco (un Pinot grigio); poi unire 3 etti di pomodori pelati spezzettati e continuare la cottura per altri 20 minuti con un coperchio. Aggiungere nella pentola 300 grammi di piselli finissimi ancora surgelati, cospargere con foglie di timo fresco e completare la cottura per altri 20 minuti, senza coperchio. Prima di spegnere, regolarsi di sale e pepe, e dopo distribuire il polpo nei piatti di portata e servire subito, magari accompagnandolo con qualche crostino di pane casareccio.” Buon appetito!
Ringraziamo Luigi Guicciardi per il tempo trascorso con noi e vi invitiamo a leggere Nessun posto per nascondersi.
2 risposte
Conosco personalmente Luigi Guicciardi e lo ritengo una bellissima persona. Ho letto tutti i suoi romanzi, bella forza, sono modenese e amo tutto ciò che rientra tra le mura della mia città. Ad ogni modo il commissario Cataldo è siciliano ma è anche modenese, i suoi gialli si leggono bene e mostrano un bello spaccato della vita della nostra, ancor limitata, città. Devo dire che il Luigi è stato la mia musa ispiratrice, io sono un poeta, ma da quando conosco lui mi è venuta voglia di cimentarmi nell’ambito del giallo/thriller, mia lettura preferita, e sto seguendo la sua uscita per poi pubblicare la mia “prima”, non oserei mai mettere sul mercato un libro concorrente di un mio amico ed ispiratore.
Grazie per aver creato questo blog