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Grazia Verasani

Grazia Verasani, è un'eclettica artista bolognese che meriterebbe, secondo me, una maggiore considerazione nel panorama artistico italiano.

Grazia Verasani, è un’eclettica artista bolognese che meriterebbe, secondo me, una maggiore considerazione nel panorama artistico italiano. Cantautrice, autrice di testi per il teatro, doppiatrice, scrittrice. La sua produzione letteraria passa dai racconti ai libri. Il primo libro nel 1999 è “L’amore è un bar sempre aperto” Fernandel ed. Nel 2004 crea Giorgia Cantini, un’investigatrice privata che vive e opera a Bologna, dalla prima avventura dal titolo “Quo vadis baby?” edita da Colorado Noir di Mondadori viene tratto un film diretto da Gabriele Salvatores e poi girata anche una miniserie per SKY Cinema diretta da Guido Chiesa. Nel febbraio 2023 esce su Audible prodotto da Choramedia il podcast “Babylon Dahlia” da lei scritto e interpretato che consiglio vivamente.

Benvenuta su Giallo e Cucina Grazia Verasani!

1.MaBal – Grazia hai una frequentazione con l’Arte in molte sue forme. Hai frequentato l’Accademia di Arte Drammatica, hai recitato, hai scritto testi e musica, sei doppiatrice, come sei diventata scrittrice? Chi o cosa ti ha spinto in quella direzione?

G.V. Ho iniziato a scrivere molto presto, da bambina, racconti, spettacolini per le amiche di cortile. Ero una lettrice compulsiva, di conseguenza scrivere è venuto naturale. Dall’età di dieci anni tengo un diario, e oggi ho una caterva di quaderni che non so più dove mettere. Da ragazzina alternavo la scrittura allo studio del pianoforte, poi verso i vent’anni sono cominciate le prime pubblicazioni su riviste e quotidiani grazie a tre incontri magici: Tonino Guerra, Roberto Roversi e Gianni Celati.

2. MaBal – Recentemente è uscito su Audible, prodotto da Choramedia, il podcast “Babylon Dahlia” che hai scritto e interpretato, mi vuoi raccontare qualcosa di questo progetto?

G.V. Il progetto è nato con l’amico Tommaso De Lorenzis, lui mi ha proposto di lavorarci insieme e io ho accettato subito con entusiasmo. Ripercorrere la Bologna di quegli anni così unici, singolari, per la politica e la creatività, raffigurare quell’epoca irripetibile, nel bene e nel male, attraverso una figura così emblematica come Francesca Alinovi mi è sembrata una bella opportunità per omaggiarla nelle sue straordinarie competenze artistiche, ovviamente senza trascurare l’omicidio di cui purtroppo fu vittima, ma raccontandolo senza morbosità. 

3.MaBal  –   Sul  tuo profilo Facebook scrivi cose anche molto personali, le tue riflessioni non mi lasciano mai indifferente e ti sono anche molto grata per esporti scrivendo quello che pensi senza curarti della convenienza. Si parla spesso in modo negativo dei social, tu che esperienze stai facendo?

G.V. In effetti cerco di “rappresentarmi” senza maschere, e non temo i toni confidenziali. Mi piace descrivere la mia quotidianità, il quartiere dove vivo, le persone che incontro, senza tralasciare il mio pensiero critico ogni volta che accade qualcosa nel paese, o nel mondo, che mi indispone, che merita un’osservazione più approfondita. Uso i social per quello che possono darmi, una piccola comunità di persone che interagiscono sui temi più svariati, e devo dire che non ho mai avuto problemi, nessuno scontro o offesa. Del resto, gli scrittori contano poco, nel senso che sono quasi invisibili, non sono personaggi dello spettacolo, non suscitano particolari invidie, ma è bello utilizzare i social come uno strumento dialettico con i lettori e coi colleghi, soprattutto se si vive distanti, in altre città, e ci si scambia un pensiero, un saluto, un passaparola su un libro che piace. Poi certo i social sono anche un mezzo per promuovere le cose che si fanno, i libri in uscita, gli eventi a cui si partecipa.

4.MaBal – Sto facendo la stessa domanda ai tuoi colleghi e alle tue colleghe: cosa pensi del noir/giallo italiano, ritieni anche tu, come altri tuoi colleghi/tue colleghe, che così come viene scritto e pubblicato adesso in Italia, sia finito?  O quantomeno sia da ripensare?

G.V. Penso che non abbia perso il suo graffio, l’intento di una critica sociale, di una narrativa che perlustri il mondo nelle sue pieghe più nere, rivelando misfatti, provocando riflessioni, denunce. Ma, come dice l’amico Macchiavelli, si è un po’ anemizzato,  edulcorato. Oggi si vira verso il giallo/rosa, si alleggerisce, si semplifica, forse per strizzare l’occhio a serie tv da prima serata, ma ci sono ancora prodotti ben fatti. Credo che dovrebbe esserci posto sia per i noir, intesi come romanzi di spessore, che i gialli di pura evasione.  Il mercato al momento è un po’ troppo saturo di romanzi mal scritti, così come accade nei generi di moda, quando c’è molta richiesta. E questo è un peccato, perché il romanzo di genere dovrebbe avere una  “nobiltà” letteraria pari ad altri generi.

5.MaBal –   Veniamo alla tua produzione letteraria, hai scritto storie con un personaggio seriale (Giorgia Cantini) ma anche molto altro, per te è più importante la storia o il personaggio?  

G.V. Ho scritto sei romanzi con l’investigatrice Giorgia Cantini, il primo personaggio di detective scritto da una donna in Italia, con anche la prima serie tv prodotta da Sky insieme a Romanzo Criminale. Sono contenta di essere stata un’apripista per tutte le autrici che si sono succedute in questi anni. Per risponderti, io cerco di sviluppare molto i personaggi, mi piace l’introspezione, persino un po’ di sfumature esistenzialiste. Ma poi mi piace che il “Marlowe” della situazione agisca in un’atmosfera precisa, che “reciti” all’interno di un copione credibile, sorretto da una trama tesa dove la suspense non può mancare. 

6.MaBal –  Grazia, mentre scrivi ascolti musica? C’è una sorta di colonna sonora che ti accompagna nella scrittura?

G.V. Non scrivo mai ascoltando musica. Proprio perché sono costantemente alla ricerca di una musicalità delle parole, di un ritmo, di una sintesi, che solo il silenzio può darmi.

7.MaBal – Stai lavorando a qualcosa di particolare in questo momento?

G.V. Ho appena pubblicato per Oligo un breve trattatello sulla solitudine. Ho in lettura un nuovo romanzo e sto lavorando alla sceneggiatura di un film.

8.MaBal – Ci consigli un libro?

G.V. La mia bibbia. “Viaggio al termine della notte” di Celine o qualunque romanzo di Robert Walser. Sul noir consiglio  Chandler e Patricia Highsmith.

9. MaBal – Per il nostro blog “Giallo e Cucina” devo chiederti se hai un piatto/cibo preferito?

G.V. Sto per deludervi, mi spiace. Sono vegetariana e non mangio pesce. Il mio piatto preferito è la pasta al pomodoro. Confesso che a volte ceno con una vaschetta di gelato.

Parlare con Grazia Verasani, sia pure a distanza, è stato un grandissimo piacere. Se qualcuno ancora non la conoscesse questo è il momento giusto per farlo.

foto tratta dal sito http://www.graziaverasani.it/

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