Verbania 19-21 aprile 2024, terza edizione del Festival “È stato il maggiordomo”. Sono stata invitata da Gino Marchitelli, presidente dell’associazione Il Picchio di San Giuliano Milanese, a dialogare con gli autori.
Gli incontri si svolgono nella biblioteca A. Ceretti, una splendida villa con vista sul lago Maggiore. Il tempo non è dei migliori, c’è vento e fa freddo, come più o meno ovunque in Italia in questi giorni.
Sono previsti tre incontri, venerdì, sabato e domenica con altri tre. Un impegno organizzativo notevole e una sfida anche per me che devo dialogare con otto persone.
Sabato siamo nello spazio prestiti della biblioteca, un luogo più piccolo rispetto alla sala che ci ospiterà nei giorni successivi situata al primo piano.
La biblioteca Ceretti è stata oggetto di importanti lavori e le impalcature non sono ancora state del tutto tolte ma la vista che si gode dalle finestre e dal terrazzo è bellissima, le acque del lago cambiano colore continuamente ed esercitano un fascino discreto. Si respira un’aria frizzante in biblioteca, è un posto dove si organizzano tante attività. C’è brusio, ma discreto, ci sono le persone che entrano e escono, è il posto giusto dove dialogare con autrici e autori.
Bruno Morchio, Giorgio Maimone e Bruno Vallepiano sono gli ospiti della prima sera. Carla De Chiara legge brani scelti dagli autori che in parte indirizzano le domande. Stili di scrittura diversi, persone diverse che però mi fanno dire che il mix è stato dosato bene. Giorgio Maimone autore con un’altra persona (Erica Arosio), ci parla di Mannequin, le domande passano da uno all’altro, cercando di approfondire qualcosa, tratteggiando meglio i protagonisti e le ambientazioni, in due casi grandi città, nell’altro un territorio montano. Il tempo corre veloce e la serata si conclude.
Il sabato si presenta con cielo variabile, per le mie abitudini comunque temperatura piacevole. L’incontro è fissato per le 18, con Elisabetta Cametti e Davide Longo, entrambi molto letti in biblioteca come mi confermano addette e addetti.
Sono lieta di dialogare con loro perché non ho mai avuto il piacere di farlo precedentemente. La sala è quella che si trova al primo piano della biblioteca. Ammetto che fa una certa impressione vedere quante sedie ci sono e a fine serata sarò ancora più impressionata per l’afflusso di persone. Elisabetta Cametti, come del resto ci ha abituato, ha scritto un libro nel quale la componente psicologica ha un peso specifico molto elevato. Longo in questo prequel ci racconta del suo commissario, di come è diventato il personaggio molto amato che è. Sono chiacchiere piacevoli che permettono di approfondire alcune tematiche dei libri. Le letture di Carla De Chiara sottolineano alcuni passaggi importanti. Rimane il tempo per qualche domanda dal pubblico.
Apro e chiudo una nota sul pubblico: dialogo con autrici e autori da molti anni e sono particolarmente felice, sia della presenza, sia della competenza. È gratificante per me e naturalmente per chi scrive, parlare davanti a persone così.
La domenica si presenta con tempo variabile, sta arrivando il brutto tempo annunciato, il lago ha colori mutevoli che mi affascinano. Sempre alle 17.00 inizia l’ultima presentazione, sono con me Enrico Fovanna, Gino Marchitelli, in veste di autore, e Alessandro Robecchi. Le tematiche sono differenti e all’ultimo modifichiamo un po’ la scaletta. Dialogherò prima con Fovanna e Marchitelli, che pur scrivendo in modo totalmente diverso hanno affrontato nei libri di cui parliamo – anche – il tema del dolore. Al dialogo con Robecchi invece dedichiamo un momento specifico perché le cose da chiedere sono tante e con Robecchi è impossibile rimanere esclusivamente sul libro.
Riesce a passare anche l’assessore alla cultura Riccardo Brezza, che insieme al direttore della biblioteca Andrea Cassina, hanno voluto il festival “È stato il maggiordomo” affidandone la realizzazione all’Associazione culturale “Il Picchio” della quale è presidente Gino Marchitelli che ha assunto la direzione artistica del festival. L’assessore sottolinea la soddisfazione per le due edizioni precedenti e sottolinea il piacere di vedere il numeroso pubblico presente. Auspica inoltre che il festival possa diventare un appuntamento fisso per la città nell’ambito di un impegno per la cultura che deve contraddistinguere l’operato dell’assessorato preposto.
L’appuntamento finale oltreché dalle letture di Carla De Chiara è accompagnato dalla musica di Giorgio Fassio e Flavio Maglio, molto apprezzata da tutte e tutti i presenti. Senza nulla togliere agli altri autori, la presenza di Alessandro Robecchi è catalizzante e con lui il dialogo è facile, mai scontato ed estremamente divertente, anche se mi ha bruciato due domande.
Il tempo vola e finiscono questi tre giorni fatti di dialoghi interessanti, di approfondimenti, di letture, di nuove conoscenze, di persone che amano la lettura, di autrici e autori. Non nego che ci sia una certa dose di fatica ma la carica che ricevo da questo tipo di manifestazioni non è descrivibile.
Grazie a tutte e tutti!